16 novembre 2009

È solo un tic nervoso sul lato sinistro della testa

Fake conversations on a non-existent telephone
Like the words of a man who spent a little too much time alone
I don't want to spend too much time alone

Ascoltare il genio di Andrew Bird mentre fischietta, pizzica il violino, campiona tutto insieme e poi canta le sue filastrocche su Imperi Sciti e inutili valigette ventiquattr'ore dell'Halliburton, in preda al suo lieve autismo, saltellando fuori tempo su un piede solo come un folletto ubriaco, è stata una vera delizia. Assistere alla grazia di quest'uomo, che passa con assoluta confidenza e umiltà dalle sviolinate malinconiche del suo ultimo, bellissimo disco (Noble beast) ad un'esilarante versione in francese della canzone di Kermit la Rana "Bein' Green" (diventata "C'est pas facile d'être vert" - qui la versione in un concerto a Montréal), ad un duetto con la tuba di Benjamin Jaffe della Preservation Hall Jazz Band in due classici del Delta: Shake it and Break it e Goin' home, è stata una meraviglia. Di gran lunga il più bel concerto di quest'anno.





PS: per apprezzare appieno Andrew Bird al di là dei nostri filmatini iperlowfi, andate a dare un'occhiata a questo mini-concerto su arte.

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