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19 settembre 2012

Chris Marker, 1921-2012

L'avevano strappato, ma Monsieur Chat l'ha rifatto, in memoriam. Nel quartiere ci dev'essere un estimatore, perché a due passi, in Rue Vitruve, ho trovato questo:


Una buona scusa per riguardare il suo corto Chats Perchés.


28 giugno 2011

I paletti hanno gli occhi





Rue Keller, Paris 11e

7 giugno 2011

Monsieur Chat & Guillaume-en-egypte

Rue Courat, Paris 20e

M. Chat è uno dei personaggi più famosi dei muri di Parigi. Il celeberrimo felino appare qui sui trampoli, insieme a Guillaume-en-egypte, nome del gatto del regista Chris Marker e suo "doppio" misterioso. Chris Marker aveva già filmato l'opera di Thoma Vuille nel film Chats perchés del 2004. 
Qui si può vedere il video dell'affichage in Rue Courat.

21 gennaio 2011

Tintin c'est fini

Rue du Renard, Paris 3e

(dalla serie PARCE QUE di Sean Heart. La mia preferita è questa qui: trovo geniale il teschio col ciuffo!)

2 dicembre 2010

Piet Mondrian / De Stijl al Centre Pompidou

Uno dei vantaggi di vivere a Parigi (piuttosto che – poniamo – a Casalpusterlengo), sta nel poter partecipare alle inaugurazioni di un numero notevole di mostre. Nonostante il freddo, il traffico, le cacche di cane sui marciapiedi, il sovraffollamento dei mezzi pubblici e la scortesia di chi li usa (i passeggini che occupano tutto lo spazio sugli autobus, la gente che entra e esce da tutte le porte senza rispettare l’ordine – cribbio ma è tanto difficile rispettare un po’ di ordine e disciplina dico io), il tasso inverosimile di turisti italiani presenti ogni giorno dell’anno, le pizze a 12 euro e il peggior caffè dell’orbe terracqueo, a Parigi basta una tessera annuale del Centro Pompidou per essere invitati ai vernissages. Ieri sera dalle 20 in poi, per esempio, si inaugurava  la mostra Mondrian / De Stijl. Forte della mia esperienza pregressa in serate mondane, stavolta evito di ingurgitare cibo di qualsiasi sorta, pregustando il lauto cocktail che verrà offerto agli esclusivi invitati della mostra. Arrivati dentro il museo, inizia ad assalirmi un dubbio atroce: vuoi vedere che non c’è nessun banchetto? La mostra è affollata di gente, tutta esclusiva come il sottoscritto: nessuna presentazione, nessuna celebrità, ma soprattutto nessun cocktail: né un bicchiere di champagne, né un’oliva, né un brezel, neanche un pastis. Niente di niente. E io non avevo più nemmeno le mie quattro caciottine di pecora. In preda allo sconforto, inizio a chiedermi che caspita di senso ha andare ad un’anteprima di una mostra: per il gusto di dire gnégnégné l’ho vista prima io? Per l’ebbrezza di poter stare fino alle 23.00 nel Pompidou (mentre gli altri comuni mortali vengono buttati fuori alle 21)? Che brividi! Ma dov’è quell’aria di decadenza che dovrebbe ammorbare i luoghi dell’arte contemporanea? Dove i bagordi sfrenati alla faccia della fame nel mondo? Perché d’improvviso questa austerità? Coté pipòl, poi, era veramente la catà: un tizio mezzo matto che faceva ritratti estemporanei dei visitatori, carampane assortite, una coppia di giovani ragazze italiane (dialogo carpito al volo da Franz: « - Ma Gianluca chi? - Quello che c’era l’altra sera alla festa. - Quello biondo? - Sì, quello che ha comprato quel loft a S. Germain.»). Controllando a stento i morsi della fame e la trasformazione in lupo mannaro, approfitto a questo punto un po’ della mostra.
Mondrian inizia a dipingere come Klimt. Poi dice no, questo lo fa già Klimt, e allora prova a dipingere come Munch. Ma il ragazzo non è soddisfatto e si vede che cerca ancora la sua strada. Per un po’ si mette dunque a dipingere come Klee (e devo dire che questo Mondrian / Klee non mi è dispiaciuto per niente). Ma il pittore olandese vuole essere originale. E si chiede: cos’è che non è stato ancora fatto? Cos’è che è originale? Nascono così i quadratini colorati che, al pari dei sgari di Fragolari, renderanno Mondrian un grande protagonista del novecento. Tutto molto bello, solo che: sorpresa! I quadratini colorati li avevano già fatti i suoi colleghi Theo Van Doesburg e Vilmos Huszár, dieci anni prima. Erano delle vetrate, certo (tra l’altro molto belle: io e Franz abbiamo deciso che ne compreremo qualcuna che andrà a sostituire l’oblò del bagno), ma proprio uguali uguali ai dipinti che dopo farà Mondrian. Alla fine della mostra il sospetto serpeggia: il vero genio era Van Doesburg, ma oggi tutti si ricordano di Mondrian. Così è la vita.

Opera rivelazione della mostra: I lavoratori del porto (1916) di Bart Van der Leck.


Riferimento culturale di un certo livello: la puntata 3 della serie 1 di “Hustle – i signori della truffa”, dove un finto quadro di Mondrian viene rifilato ad una gallerista mentre Jaime Murray (la sbarellatissima Lila di Dexter S02) infinocchia una guardia ed esce dal museo con il vero quadro appiccicato sulla maglietta.

Riferimento del tutto pretestuoso con il quale si chiude questo post: clip di Apocalippo dei Piet Mondrian. «Misantropiaaaa… portaci viaaaaa….»

4 ottobre 2010

Étrangers partout, nuit blanche 2010

Se c’è un solo mondo, tutti coloro che ci vivono esistono come me, ma non sono uguali a me, sono diversi. Il mondo unico è precisamente il luogo dove esiste l’infinità delle differenze. Il mondo è trascendentalmente lo stesso proprio perché gli abitanti di questo mondo sono diversi. Se si chiede invece a coloro che vivono nel mondo di essere tutti uguali, il mondo allora si chiude e diventa – in quanto mondo – diverso da un altro mondo. Ciò prepara inevitabilmente le separazioni, i muri, i controlli, il disprezzo, i morti e, infine, la guerra.
(Alain Badiou, De quoi Sarkozy est-il le nom?, 2005)



Étrangers partout, installazione dell'artista collettivo Claire Fontaine (nota biografica qui, manifesto qui) in Rue Sainte Marthe (Paris 10e) per la Nuit Blanche 2010.

15 luglio 2010

Frilivia Kahlo

Scalinata di Rue Drevet, Paris 18e

In fondo alla scalinata trovate "l'Escale", un buco anni '70 al piano terra di un immobile pericolante, dove producono mojito e caipirinha come se piovesse (4,50€ fino alle 22, heure joyeuse). Atmosfera garantita. Correte, prima che crolli la casa.

12 maggio 2010

21 aprile 2010

Les Lascars Gays

Graffito pubblicitario + Memère en passant


 Rue Clavel, Paris 19e
 
(Majid Berilha et Hugues Duquesne raccontano a teatro la vita di due ragazzi gay nelle cités di banlieue).

14 aprile 2010

Enfants soldats

Sul graffito si nota un link che rinvia al disco collettivo "Enfants soldats d'ici et d'ailleurs", una meritevole iniziativa contro i bambini-soldato (anche se gli stili musicali degli artisti che vi partecipano non sono la mia tazza di tè).

Rue des Pyrénées, Paris 20e

12 aprile 2010

9 marzo 2010

Gente di carta

Rue des Vignoles, Paris 20e

Square Bolivar, Paris 19e

Rue Pierre Bonnard, Paris 20e