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22 ottobre 2013

Pasolini nel metrò

Dal 16 ottobre al 26 gennaio, la Cinémathèque française dedica una grande mostra a Pier Paolo Pasolini e a Roma. 
La RATP partecipa ribattezzando due stazioni: Place d'Italie diventa Piazza d'Italia e Rome, Roma
Le pubblicità lasciano il posto a manifesti di foto di scena.




5 dicembre 2012

Col naso negli smartphones altrui

L’elevato numero di persone presenti nelle carrozze della metropolitana durante l’ora di punta mi costringe spesso a buttare un occhio agli smartphones della gente. Sì, sono una persona molto curiosa, ma vi giuro che alcune volte non si può proprio fare a meno di spiare in questi aggeggi sempre presenti, sempre accesi, sempre più grandi e luminosi. L’altra sera, per esempio, durante la rentrée quotidiana (che inizia verso le 17.30 e dura fino alle 19 inoltrate) stavo pressato in piedi e sovrastavo una tizia con l’iPhone in bella vista. Ascoltava un pezzo di Gotye mentre chattava con qualcuno su Facebook. Poi ha aperto adopteunmec.com, un sito di incontri on-line nel quale sono le donne a scegliere e gli uomini vengono presentati su uno scaffale del supermercato, con tanto di offerte speciali, saldi, scheda prodotto, metti nel carrello e via mercificando. Un mec di nome Ferris (!) le ha inviato uno charme (una sorta di «poke che affascina», che è tutto quello a cui si può limitare l’uomo-merce sullo scaffale). Lei risponde a Ferris, evidentemente colpita dal suo charme. Per leggere la risposta avrei dovuto avvicinarmi troppo, dunque ho lasciato perdere. 

L’afflusso di gente alla stazione successiva mi spinge così indietro che finisco praticamente in braccio a un signore anziano ma vestito da giovane: jeans, scarpe similskate, magliettina colorata, borsa eastpak. L’anziano signore, che a un esame più approfondito mi ricorda in maniera inquietante Roberto Formigoni, tira fuori il suo smartphone, una roba con uno schermo enorme, e inizia a scaricare la posta da gmail. Un messaggio contiene svariate foto in allegato che il signore comincia – lentamente – a scaricare e poi apre. Nella prima, una ragazza bruna vestita in jeans e lacoste rossa sorride seduta su un muretto. Lo sfondo sembra brullo, la luce è intensa; il rapporto tra cemento, tegole e asfalto insieme ai tratti vagamente mediterranei della ragazza mi fa dire: «Beirut», ma ovviamente potrebbe essere un luogo qualsiasi tra Battipaglia e Tripoli. E lì penso subito: che tenera, la nipotina le ha inviato le foto dal Paese Lontano. Il sosia più vecchio del Presidente della Regione Lombardia non ci vede bene, nonostante lo schermo esagerato, allora prova a zoomare ma ha grosse difficoltà con i gesti di pinch e spread, ovverosia l’avvicinamento o allontanamento contemporaneo di pollice e indice sullo schermo. Per zoomare parte da troppo lontano e arriva dunque troppo presto sui bordi dello schermo. 

La foto successiva mostra la stessa ragazza, questa volta in piedi davanti al muretto, che sorride ancora in direzione dell’obiettivo. Di nuovo, il nonnetto prova a zoomare con scarsi risultati. La foto seguente è scattata più da vicino, per sua fortuna, dunque la ragazza si vede meglio: è molto bella e sorride ancora, con una mano fra i capelli. Ma l’altra foto è di nuovo presa da lontano: stavolta la nipotina ha una camicia a righe azzurrine e sta in posa davanti all’obiettivo, leggermente piegata in avanti, con le mani sulle ginocchia. Il nonnino riprova inutilmente a zoomare e io, davanti a questa straziante attesa frustrata, sono davvero a un passo dall’accorrere in suo aiuto e spiegargli come si fa. Ma una vocina improvvisa mi dice: «fatti i cazzi tuoi». Nella foto numero 5, la nipotina è seduta su una grande poltrona in vimini e indossa la stessa camicia a righe azzurrine della foto precedente, ma stavolta i due ultimi bottoni sono aperti. Le gambe sono rannicchiate sulla poltrona; jeans, calze e scarpe sono sparite. Lei sorride ancora verso l’obiettivo. Il nonno dai capelli bianchi prova inutilmente, in maniera sempre più convulsa, a zoomare. Io distolgo lo sguardo imbarazzato. E’ la mia fermata: scendo dalla carrozza, ringraziando la mia vocina interiore.

14 maggio 2012

Simpatie paterne

Ore 9 linea 9 del métro, dall'estremo est all'estremo ovest di Parigi. Coppia di turisti italiani con bambina di otto-dieci anni. La metro si ferma alla stazione Iéna (per gli amanti delle informazioni inutili, una delle tre stazioni del métro formate dal minor numero di lettere, insieme a Rome e Cité), che celebra la famosa battaglia avvenuta nell'omonima città della Turingia, dove Napoleone sconfisse i Prussiani nel 1806. 
Il padre dice alla figlia: «Guarda, è la tua fermata questa: la fermata della iena». La bimba fa finta di niente e si gira dall'altra parte. La madre non commenta. 
Scenderanno alla fermata successiva - Trocadero - per l'immancabile visita alla Torre Eiffel.

17 gennaio 2012

En français, s'il vous plaît!


Sulla battaglia contro l'invasione degli anglicismi nella lingua francese abbiamo già parlato in più di un'occasione.
Guardando la pecetta sulla pubblicità mi è sorta piuttosto un'altra domanda: da chi è composto questo commando di linguisti d'assalto? Potremmo immaginare un'arzilla vecchietta, maestrina in pensione dalla penna rossa bianca e blu, che se ne va in giro a chiedere - cortesemente - di usare la lingua di Flaubert e Proust al posto dell'odiato anglico idioma?
Oppure un Accademico di Francia che, messi da parte spadino e feluca, si aggira con passo furtivo per le stazioni della metropolitana?
Il mistero è per me fittissimo.

26 settembre 2011

e disfrutti di tutti i trasporti


Ma porca miseria, con tutti i ritals che ci sono a spasso a Parigi, almeno la RATP lo vuole pagare un cazzo di traduttore MADRELINGUA (no e poi no: se avete un nonno italiano e/o avete studiato qualche anno in Italia e/o andavate in vacanza a Rimini e/o siete stati fidanzati con un italiano/a NON SIETE madrelingua: non è per fare il pedigree a nessuno, ma solo perché poi finisce che scrivete «disfrutti di tutti i trasporti» che non vuol dire niente)?
No, eh?

22 marzo 2011

«Monsieur le Président, je vous dépose?»
















Un autogol prevedibilissimo.
(Il gioco di parole si basa sul doppio senso in francese del verbo «déposer»: «far scendere dall'auto, lasciare» e «deporre»).

3 marzo 2011

[SPOILER] Pubblicità


Canal+ ha lanciato una campagna pubblicitaria sui film in prima visione tv. La grafica non è male e gli slogan sono abbastanza simpatici («Non appena prende una nave, Di Caprio si mette nei guai»).
Ma lo spoilerone della camicia di forza era davvero necessario?

23 novembre 2010

Requiem per una vecchia carrozza


Tu entri nel métro a tarda sera, linea 2. Ti aspetti le carrozze nuove, quelle spaziose, silenziose e con l’aria condizionata, ma niente da fare. Da quando hai cambiato casa e non frequenti più tanto la linea 2 (l’hai tradita giocoforza con la 3) non becchi quasi mai il nuovo convoglio. Lo vedi spesso da fuori, lassù, sul ponte di ferro tra Jaurès e Stalingrad, che scivola scintillante sull’acqua del Bassin de la Villette. Ma stasera, sui binari, arriva puntualmente il treno scalcagnato che tappa i buchi nelle ore non di punta. Ti siedi, guardi in alto e ti colpisce subito un cartello, fallace e piuttosto datato, che ti descrive il percorso della linea 8. Ma tu sei seduto – su ciò hai pochi dubbi – sulla linea 2 in una sera di novembre del 2010, e il tuo treno non è certo diretto a Petuški. In un lampo di lucidità, comprendi allora che la RATP ha riciclato un convoglio davvero antiquato: osservando la grafica del cartello sei tentato di dire che la carrozza risale agli anni ’80 ma non hai alcuna prova per sostenere concretamente questa tua appercezione estetica. Esamini dunque i dettagli più a fondo, e con l’aiuto di una wikipedia qualsiasi provi a circoscrivere la questione. Due indizi ti permettono subito di stabilire con relativa precisione il terminus ante quem del pregevole manufatto:
1) la linea 1 non arrivava ancora alla Défense, avendo il suo capolinea ovest à Pont de Neuilly e 2) la fermata Grands Boulevards si chiamava ancora Rue Montmartre (e a causa di ciò frotte di turisti confusi scendevano davanti al Musée Grevin pensando di trovarsi al Sacro Cuore). Ma le due date sono ancora troppo recenti (aprile 1992 - estate 1998). Il manufatto è esteticamente precedente al '92, tu lo percepisci in modo chiaro e distinto. Ma hai bisogno di un altro indizio per dimostrarlo. Guardando meglio, sul lato destro del cartello, noti uno sfondo rosa salmone che colora la tratta da Charenton a Créteil, e una scritta: tarification spéciale banlieue. Scopri allora che questa tariffazione fu abbandonata il 1 novembre 1982, quando la linea 8 si adeguò alla tariffa unica, e ottieni così la prova inoppugnabile dell’appartenenza della segnaletica ai radiosi anni '80.
Così il caso è chiuso, risolto e messo nella naftalina.

11 dicembre 2009

Il Regionale Infernale

La svolta horror dei pubblicitari francesi.
Il manifesto annunciante l'arrivo del nuovo Treno Regionale in Ile-de-France tappezza tutti i muri del métro, con un minaccioso: "si sta avvicinando...".
Già che c'erano ne potevano fare una versione on-line con tanto di colonna sonora: play



2 dicembre 2009

Serial Popes


Sui manifesti pubblicitari del métro compare di tanto in tanto una teoria di simpatici e rotondi pope ortodossi, disegnati con una semplice biro. Chi ne è l'autore? Perché lo fa? E' un codice segreto per convocare messe sotterranee di una setta cristiana d'Oriente? Le grandi domande irrisolte.