Visualizzazione post con etichetta internet. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta internet. Mostra tutti i post
16 novembre 2012
«Non siamo al Parlamento italiano»
Messieurs La Russa et Pannella, je vous en prie: nous ne sommes pas au Parlement italien, conduisez-vous correctement - et arrêtez de faire ces gestes, me comprenez-vous?
Please, Mr La Russa and Mr Pannella: we are not in the Italian Parliament, please behave properly - and stop making those gestures, do you understand?
(Da una ricerca su Linguee.fr, dizionario e motore di ricerca di traduzioni)
7 febbraio 2011
The ones that never knock
Opportunità di carriera e sciocca servitù linguistica volontaria
Il mio (ex) coordinatore del Dottorato in filosofia mi inoltra un foglio informativo (a sua volta inoltratogli da un altro professore su «un’iniziativa di interesse» per dottorandi e dottori al fine, dice, «dell’inserimento nel mondo della ricerca e del lavoro». Il foglio in questione proviene dalla società Emblema s.r.l. che mi offre di iscrivermi ad una Borsa della Ricerca.
Ora, io non è che vengo da’ montagna de’r sapone e non mi rendo conto che in questo mondo tutto si compra e si vende e tutto ha un prezzo, figuriamoci. E non sto nemmeno a questionare quanto possa valere in una «borsa di compravendita della ricerca» un dottorato in filosofia, visto che la domanda è altresì retorica. Il punto che ha attirato la mia attenzione è piuttosto un altro, e cioè la lingua di questo foglio informativo.
La società Emblema s.r.l. (dalla cui Pressroom del loro sito scopro, fra l'altro, che organizzano Career Days e Road Shows per parlare di placement e di recruiting) mi dice che intende
«costruire un network tra i ricercatori (gruppi, dottori di ricerca o spin off) e R&D managers, attraverso un format di interazione originale in grado di favorire concretamente il trasferimento di tecnologia ed innovazione».
«costruire un network tra i ricercatori (gruppi, dottori di ricerca o spin off) e R&D managers, attraverso un format di interazione originale in grado di favorire concretamente il trasferimento di tecnologia ed innovazione».
Se mi iscrivo a questa Borsa della Ricerca avrò dunque immediatamente a disposizione:
«Una Personal Page»
«Un Wall365, sistema di messaggistica per favorire il networking tra dottori e sviluppare sinergie. Una bacheca virtuale per gestire con continuità le relazioni tra ricercatori ed imprese, proprio come in un social network.»
«DOC: come trovare lavoro partendo dal proprio know how. Da marzo sarà possibile candidarsi ad inserzioni di lavoro e verrà attivato il matching con le aziende.»
«Coaching: eventi on line (webinars) sulle tematiche della ricerca e dell’orientamento al lavoro, ma anche una serie di servizi di consulenza personalizzati. I webinars potranno essere visti in streaming o in differita.»
La società Emblema s.r.l. (che secondo me muore dalla voglia di chiamarsi Emblem Ltd., ma purtroppo la legge non glielo permette ancora), mi consiglia di iscrivermi subito perché «questo strumento rappresenta una novità concreta per l’orientamento al lavoro: webinars e servizi di consulenza personalizzati per imparare a comunicare e a presentarsi in modo efficace. Self branding, autoimprenditorialità, social networks e molto altro».
Più passa il tempo e più nutro simpatie per la conservatrice e retrograda battaglia dei francesi per salvaguardare la loro lingua.
18 gennaio 2011
Haivolutovedereparigi: un blog branché!
Le statistiche del blog, ieri, segnalavano qualcosa di strano: più di 90 visitatori unici non li avevamo mai avuti, eccezion fatta per il brevissimo periodo - antico tempo glorioso - in cui ci linkava Paul The Wine Guy. Cercando il colpevole dell'anomalo traffico, spunta l'indirizzo online de L'Express. Io, che sono notoriamente distaccato dalla realtà, mi dico subito: "avranno fatto un articolo sulla manifestazione per la Tunisia a Parigi, postando qualche foto con i link".
Seeeee... ma quando mai! Cliccando il dettaglio, scopro invece, piuttosto incredulo, che siamo finiti più prosaicamente e fashionisticamente in un "florilegio di indirizzi branché", in una lista del "meglio dei blog parigini".
Indeciso, a quel punto, se esclamare "sticazzi" o "mecojòni", leggo meglio l'articolo che ci cita, intitolato Quand les blogueurs refont Paris, e rimango un tantinello deluso, visto che di noi si dice soltanto che "ci lamentiamo delle pizze cattive a 12 euro". Secondo me Géraldine Catalano, autrice del pezzo, ci ha confuso con qualcun altro, un campione del mondo di lamentazioni sulla vita parigina, visto che non ho trovato traccia sul blog di questo commento sulle pizze (e se c'è, l'ha fatto di sicuro il campione del mondo di cui sopra!).
In ogni caso, la citazione val bene un gnégnégné, e abbiamo dunque deciso di tirarcela un poco.
Mica come qualcuno, che viene nominato blog-giurato del primo festival online del cinema francese e nemmeno lo dice in giro. O come qualcun altro, che fa dello spudorato racolage per essere votato in competizioni di blogger lexiofili (PS: io ti ho appena votato, ma lusofoni e polaccofoni sono largamente in testa; non c'è speranza).
Per festeggiare questo lieto evento, haivolutovedereparigi si trasformerà per una settimana in un vero blog branché, dove si parlerà un po' di tutto, dai saldi allo shopping alle Galéries Lafayette, dai nuovi-nuovi-nuovi quartieri emergenti di Parigi dove investire nel sempre più redditizio mattone, ai ristoranti più in vista della capitale, dai locali più trendy, alle riunioni dei bloggers parigini in esilio (dove, come avrete già capito, ci riuniamo per lamentarci delle pizze di Parigi - e mica solo di quelle).
Attenzione anche alla deriva foodblogging: potrebbero venir fuori ricette molto branchées, tipo velouté di topinambour & potimarron vert.
In ogni caso, la citazione val bene un gnégnégné, e abbiamo dunque deciso di tirarcela un poco.
Mica come qualcuno, che viene nominato blog-giurato del primo festival online del cinema francese e nemmeno lo dice in giro. O come qualcun altro, che fa dello spudorato racolage per essere votato in competizioni di blogger lexiofili (PS: io ti ho appena votato, ma lusofoni e polaccofoni sono largamente in testa; non c'è speranza).
Per festeggiare questo lieto evento, haivolutovedereparigi si trasformerà per una settimana in un vero blog branché, dove si parlerà un po' di tutto, dai saldi allo shopping alle Galéries Lafayette, dai nuovi-nuovi-nuovi quartieri emergenti di Parigi dove investire nel sempre più redditizio mattone, ai ristoranti più in vista della capitale, dai locali più trendy, alle riunioni dei bloggers parigini in esilio (dove, come avrete già capito, ci riuniamo per lamentarci delle pizze di Parigi - e mica solo di quelle).
Attenzione anche alla deriva foodblogging: potrebbero venir fuori ricette molto branchées, tipo velouté di topinambour & potimarron vert.
scritto da
arco
alle
16:19
9
commenti
tags: blogosfera, branché, calzini sporchi, cibo, gnégnégné, internet, parigi, ritals
13 gennaio 2011
Sognare è urgente
La rivolta del popolo tunisino è arrivata ad un punto di non ritorno. Le manifestazioni sono quotidiane, in tutto il paese, come si può vedere in questo video a Kairouan, dove la piazza riesce a stento a contenere le persone. A Zaghouane, Mahdia, Monastir, il popolo è sceso in piazza a reclamare la fine della dittatura. Le manifestazioni hanno già raggiunto Djerba e i sobborghi di Tunisi. Il presidente Ben Ali, secondo alcune informazioni, avrebbe già "esfiltrato" le figlie e i rispettivi mariti a Montréal. Su Facebook e su Twitter, in questo momento sta girando la voce che lui stesso potrebbe lasciare il paese in serata.
Oscurata dai media tradizionali, la rivolta si riproduce, frammentata, nelle reti sociali (facebook, twitter, Youtube). La rivoluzione non passerà in TV, ma sarà filmata e messa su YouTube.
L'esercito, in qualche caso, si è schierato a fianco dei manifestanti, ma la polizia continua ad essere fedele al presidente e spara con proiettili veri sulla folla: i morti sono ormai più di cinquanta. Tra le vittime, un professore e ricercatore franco-tunisino, Hatem Bettahar, che insegnava all'Università di Compiègne.
Di fronte ad una rivolta di tale dimensioni, il silenzio francese ed europeo è più che assordante. L'Europa - governanti e intellettuali, politici e giornalisti/moralisti - si volta dall'altra parte, comprensibilmente imbarazzata del comportamento di uno dei suoi più brillanti cani da guardia contro «il pericolo islamista» e «l'invasione dei barbari» nel nostro ricco occidente. Pronta a difendere i diritti umani in Iran, in Venezuela e altrove (perfettamente in linea con la politica degli stati canaglia di George W. Bush che non sembra essere cambiata di un millimetro), la patria dell'illuminismo, la culla della civiltà dalle radici giudaico-cristiane, fa finta di non vedere che una cricca mafiosa regna da vent'anni sull'altra sponda del mediterraneo (qui un dossier sugli intrecci tra potere politico e potere economico), cricca il cui capo dà l'ordine di sparare impunemente sul proprio popolo.
«Al di là del saccheggio organizzato, della corruzione massiccia, dell’appropriazione mafiosa dei beni pubblici e della confisca di beni e proprietà private, il problema sono le scelte economiche orientate verso uno scatenato liberalismo capitalista, preoccupato quasi esclusivamente di soddisfare in modo servile la domanda europea (più dell’80% degli scambi commerciali della Tunisia sono con l’UE), fino a fare della Tunisia, sul piano turistico, una sorta di dépendance delle “case di riposo” europee, incomparabilmente più economiche e soleggiate.»Il popolo tunisino, mentre continua a morire per strada, sta dando una lezione di civiltà, di democrazia, di dignità a tutti gli europei. Dagli interventi di studenti, giornalisti, membri della cosiddetta "società civile" pubblicati sul portale nawaat.org, emerge un'impressionante lucidità di analisi, una volontà insopprimibile di libertà, una capacità di organizzare la lotta e la protesta, una precisione sugli obiettivi da raggiungere.
(Sidi-Bouzid – Tunisia: elogio di una rivolta già tradita o del diritto-dovere di resistere all'oppressione...e al tradimento, lungo ma interessantissimo testo di analisi e proposta politica e filosofica).
«La Tunisia, la corruzione, le tangenti… abbiamo solo voglia di andarcene, a studiare in Francia, in Canada… Vogliamo abbandonare tutto. Siamo vigliacchi, e lo accettiamo. Lasciamo loro il paese. Andiamo in Francia, dimentichiamo un po’ la Tunisia. Torniamo per le vacanze. La Tunisia? Sono le spiaggie di Sousse e Hammamet, i locali notturni e i ristoranti. Questa è la tunisia, un gigante club med. E poi, Wikileaks rivela clamorosamente ciò che tutti mormoravano. E poi, un giovane si dà fuoco. E poi, 20 tunisini sono assassinati in un giorno. E per la prima volta, vediamo l’occasione di ribellarci, di vendicarci di questa famiglia reale che si è appropriata di tutto, di rovesciare l’ordine stabilito che ha accompagnato la nostra gioventù.Una gioventù educata, che non ne può più e che si appresta ad immolare tutti i simboli di questa antica Tunisia autocratica con una nuova rivoluzione, la rivoluzione del Gelsomino, quella vera.»Un popolo che è ancora capace di sognare, insomma, e di prendere in mano il proprio futuro:
(Une jeunesse vécue sous l'ombre de Ben Ali)
«Siamo soli, isolati, in preda alla collera e all’inquietudine. Fronteggiamo un regime che si sta sbagliando di secolo e di paese.Questa rivolta dei tunisini non può essere rivendicata da nessun partito politico, nessuna organizzazione, nessuna associazione. Nessuna figura dell’opposizione può rivendicarla o assumersene la paternità.Questa rivolta viene dal popolo e al popolo appartiene. Questo popolo che alcuni immaginano arretrato sta dando una lezione alla sua classe politica e al mondo.Le manipolazioni ideologiche non subentreranno ad una collera spontanea e popolare.È compito dell’élite del nostro paese rispondere all’appello e immaginare l’avvenire. Noi dobbiamo costruire un nostro modello politico, economico, sociale e culturale. Noi dobbiamo mostrare al mondo che cos’è una democrazia araba.È urgente sognare una Tunisia portatrice di speranza per tutti.Due condizioni inderogabili per questo.Bisogna riappropriarci del diritto alla parola, diritto al quale non avremmo mai dovuto rinunciare. Un diritto necessario perché scaturiscano le idee, fioriscano le intelligenze e si sposino tra loro per procreare il nostro futuro comune.L’altra conditio sine qua non è la contrattualizzazione del rapporto tra i tunisini e le loro élites politiche: queste ultime devono essere al nostro servizio e non il contrario.
Perché i sacrifici non siano vani, è urgente sognare la Tunisia di domani.Sogniamo.»
15 giugno 2010
Reti Sociali Vs. Social Network
Les réseaux sociaux, perché i francesi "tradurrebbero pure loro madre", diceva in un post Suibhne. Per carità, verissimo. Ma continuando a ruminare sul comparatismo culturale, mi è venuto in mente che pure gli spagnoli (quelli del perrito caliente, per intenderci) utilizzano comunemente il termine Redes Sociales. E mi risulta che anche i tedeschi abbiano un Soziales Netzwerk. Al mondo, dunque (lasciando perdere lingue di cui non ho alcuna cognizione), 400 milioni di ispanofoni + 200 milioni scarsi di francofoni + 100 milioni e più di germanofoni, hanno tradotto il famigerato termine “social network”. Ma non noi in Italia. Vista da questa prospettiva, la “mania traduttiva” dei francesi (e degli spagnoli) si riflette in uno “snobismo del quartierino” del nostro Bel Paese, rovescio della medaglia di uno spaventoso provincialismo. A cosa serve, infatti, l'utilizzo a tutti i costi di un termine inglese (pronunciato all’italiana, poi) se non ad alimentare una vanagloria di “saperne più degli altri” nel campo più innovativo del momento? Snobismo condito da una punta di elitarismo: perché mai dovrei utilizzare un termine inglese per spiegare a mia mamma che cosa sono le “reti sociali”?
Poco tempo fa, ad un seminario all’Università di Pisa, un collega, prima del mio intervento, mi ha domandato: "Hai preparato l’End Out?". La prima cosa a cui ho pensato è stata: "madonna quanto sono ignorante!". A mente fredda, mi sono poi subito chiesto perché mai le care vecchie “fotocopie” (avevo capito alla fine, dai gesti, di cosa si trattasse) si dovessero chiamare oggi, in una università italiana - e per giunta in un dipartimento di filosofia - “Handout” (ho poi scoperto il termine “reale”, e qui si dovrebbe aprire una parentesi sui danni dei termini inglesi pronunciati a cazzo di cane). E non sono riuscito a trovare nessuna risposta valida.
Poco tempo fa, ad un seminario all’Università di Pisa, un collega, prima del mio intervento, mi ha domandato: "Hai preparato l’End Out?". La prima cosa a cui ho pensato è stata: "madonna quanto sono ignorante!". A mente fredda, mi sono poi subito chiesto perché mai le care vecchie “fotocopie” (avevo capito alla fine, dai gesti, di cosa si trattasse) si dovessero chiamare oggi, in una università italiana - e per giunta in un dipartimento di filosofia - “Handout” (ho poi scoperto il termine “reale”, e qui si dovrebbe aprire una parentesi sui danni dei termini inglesi pronunciati a cazzo di cane). E non sono riuscito a trovare nessuna risposta valida.
Sarà senilità, ma sono sempre più convinto che non ci sia davvero nessun guadagno nell’abdicare totalmente e volontariamente alla ricchezza della propria lingua.
3 settembre 2009
Dexter Morgan is dad now!
Negli uffici di Showtime si sono persi "per sbaglio" (così dicono) la premiere della quarta serie di Dexter. Morivo dalla voglia di spoilerare un po'.
scritto da
arcomanno
alle
10:04
0
commenti
tags: dexter, internet, mi tube es tu tube, telefilm, visioni
10 giugno 2009
Hadopi RIP LOL

All'Alta Autorità per la Diffusione delle Opere e per la Protezione dei diritti su Internet (HADOPI) viene così interdetto qualsiasi potere sanzionatorio previsto dalla legge voluta fortemente da Sarkozy (in particolare la sospensione dell'accesso ad internet).
"E' una grande vittoria per i cittadini i quali hanno provato che potevano agire insieme per proteggere la loro libertà. La "Reazione graduale" è definitivamente affossata. Resta in piedi una gigantesca macchina che produce spam per le industrie del divertimento, pagata con i soldi dei contribuenti. Questo evento non segna però la fine della volontà di Nicolas Sarkozy di controllare internet. La prossima legge LOPPSI2 sarà presto presentata e potrebbe stabilire il filtraggio dei contenuti su internet. I cittadini devono celebrare questa grande vittoria ma rimanere vigilanti..." dichiara contento Jéremie Zimmermann, portavoce dell'associazione La Quadrature du Net.
(L'articolo originale è qui: http://www.laquadrature.net/fr/hadopi-le-conseil-constitutionnel-censure-la-riposte-graduee)
scritto da
arcomanno
alle
19:32
0
commenti
tags: albanel, foutage de gueule, hadopi, internet, nimportequoi, sarkoland
8 aprile 2009
E voi? Ce l'avete il firewall in Open Office?
Il Ministro della Cultura del governo francese risponde ad un'interrogazione sull'insensatezza, inutilità, pericolosità e stupidità del progetto di legge "Hadopi" su internet e diritto d'autore, approvata qualche giorno fa dall'Assemblea Nazionale al gran completo (a votare, c'erano solo 16 deputati).
Una grande prova di conoscenza approfondita della materia, che infonde fiducia a tutti i sudditi del regno.
Per un approfondimento sulla legge Hadopi:
http://www.laquadrature.net
ULTIM'ORA. CLAMOROSO AL CIBALI. Stamattina, 9 aprile, al definitivo passaggio all'Assemblea Nazionale, la legge HADOPI è stata respinta 21 voti contro 15. La votazione-colpo di scena, disertata dalla stessa maggioranza, rimanda ancora un testo di legge che sarà sempre più difficile approvare. Christine Albanel è delusa e grida al complotto e all'imboscata: si vede che il suo firewall di Open Office non ha funzionato bene. Il titanic, per ora, sembra affondato...
http://www.laquadrature.net/fr/hadopi-rejetee-a-lassemblee
http://www.laquadrature.net
ULTIM'ORA. CLAMOROSO AL CIBALI. Stamattina, 9 aprile, al definitivo passaggio all'Assemblea Nazionale, la legge HADOPI è stata respinta 21 voti contro 15. La votazione-colpo di scena, disertata dalla stessa maggioranza, rimanda ancora un testo di legge che sarà sempre più difficile approvare. Christine Albanel è delusa e grida al complotto e all'imboscata: si vede che il suo firewall di Open Office non ha funzionato bene. Il titanic, per ora, sembra affondato...
http://www.laquadrature.net/fr/hadopi-rejetee-a-lassemblee
Iscriviti a:
Post (Atom)