Se le spariamo grosse adesso per qualche nevicata, quando l'inferno arriverà davvero (sto guardando The Walking Dead e ça fout un peu la trouille, ma se non vi piacciono le storie di zombi potete sempre leggere Ballard per tranquillizzarvi) non avremo più parole e ci toccherà inventarne di nuove.
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9 dicembre 2010
A Parigi nevica, ma l'inferno è altrove.
Che le condizioni metereologiche siano uno dei temi preferiti dei mezzi di disinformazione di massa, per poter continuare ad avvolgere il cervello del mediacittadino in uno spesso strato di grasso, è cosa risaputa. Pure mi sono un po' stupito, ieri sera, nel sentire l'inviato del TF1 da Chateau-Thierry (locus amoenus a nord est di Parigi, direzione Champagne) ripetere per ben tre volte: "Ici c'est l'enfer", qui è l'inferno. Capisco, certo, che non è bello rimanere fermo in macchina e dover dormire in una palestra di un liceo perché le strade sono bloccate e nessuno ha previsto un piano di intervento serio (tutto ciò mentre Franz glorifica, in sottofondo e con paragone spietato, i Potenti Mezzi Spazzaneve della Autonome Provinz Bozen). Ma addirittura l'inferno! Capisco pure che il povero cronista bloccato sulla A4 abbia freddo, ma via: l'inferno? Senza scomodare Rigoni Stern (dopo aver letto Il sergente nella neve ci penso sempre due volte prima di dire "ho freddo"), bisognerebbe seriamente porre un freno all'uso sconsiderato di termini e aggettivi; ci vorrebbe una moratoria di queste iperboli idiote che finiscono per togliere il senso reale alle cose. L'enfer, c'est les autres, diceva già quel tale. Ma l'inferno è - per adesso - altrove. Parlare di inferno a Chateau-Thierry mentre ad Haiti si muore di colera, oppure - senza andare tanto lontano - mentre tutte le notti di questo inverno migliaia di SDF (Sans Domicile Fixe) e famiglie precarie combattono contro il freddo ai margini delle città di una civilissima Francia, sembra quantomeno fuori luogo.
Se le spariamo grosse adesso per qualche nevicata, quando l'inferno arriverà davvero (sto guardando The Walking Dead e ça fout un peu la trouille, ma se non vi piacciono le storie di zombi potete sempre leggere Ballard per tranquillizzarvi) non avremo più parole e ci toccherà inventarne di nuove.
Se le spariamo grosse adesso per qualche nevicata, quando l'inferno arriverà davvero (sto guardando The Walking Dead e ça fout un peu la trouille, ma se non vi piacciono le storie di zombi potete sempre leggere Ballard per tranquillizzarvi) non avremo più parole e ci toccherà inventarne di nuove.
13 ottobre 2010
Dialogo semivero tra Nicolas Sarkozy e il suo consigliere sociale a proposito di un editoriale di un giornale di sinistra sulla riforma delle pensioni
(Il capo dello Stato francese, all'Eliseo, chiama a gran voce il nome di Raymond Soubie, «consigliere sociale» del capo dello Stato francese).
- Mi ha chiamato, Nicolas?
- Dieci volte.
- Non ho sentito: stavo rispondendo ai giornalisti.
- Appunto, Raymond: volevo sapere se è stato lei a scrivere l’editoriale di Laurent Joffrin uscito ieri su Libération.
- Io?
- Lei.
- Assolutamente no.
- Eppure, guardi: quello che c’è scritto ricorda furiosamente i suoi appunti sulla riforma delle pensioni.
- Non è una novità.
- Certo, ma fino a questo punto! Già inizia con lo scrivere che «Tutti possono capire che sono necessari dei sacrifici».
- Ho letto.
- Ma non è il fondamento delle nostre menzogne?
- Temo di sì.
- E poi, guardi ancora, scrive pure che «la maggioranza dei francesi, palesemente, giudica che non si può rimanere a questo punto e che una riforma, questa o un’altra, è necessaria».
- Fedele Joffrin!
- E qui ancora – giuro che qui mi sembra davvero lei – eccolo che fustiga «coloro i quali sperano in una radicalizzazione del movimento»!
- Aaaaahhh… i piccoli bastardi!
- E ascolti questa, Raymond: «Le dirigenze sindacali, ai vertici e nelle imprese, non possono trasformarsi in mercanti di illusioni»!
- Non l’avrei detto meglio.
- Ma appunto: non è stato scritto sotto la sua dettatura?
- Le giuro di no.
- Ma Joffrin non è di sinistra?
- Certo che sì: ma di destra.
- Mi ha chiamato, Nicolas?
- Dieci volte.
- Non ho sentito: stavo rispondendo ai giornalisti.
- Appunto, Raymond: volevo sapere se è stato lei a scrivere l’editoriale di Laurent Joffrin uscito ieri su Libération.
- Io?
- Lei.
- Assolutamente no.
- Eppure, guardi: quello che c’è scritto ricorda furiosamente i suoi appunti sulla riforma delle pensioni.
- Non è una novità.
- Certo, ma fino a questo punto! Già inizia con lo scrivere che «Tutti possono capire che sono necessari dei sacrifici».
- Ho letto.
- Ma non è il fondamento delle nostre menzogne?
- Temo di sì.
- E poi, guardi ancora, scrive pure che «la maggioranza dei francesi, palesemente, giudica che non si può rimanere a questo punto e che una riforma, questa o un’altra, è necessaria».
- Fedele Joffrin!
- E qui ancora – giuro che qui mi sembra davvero lei – eccolo che fustiga «coloro i quali sperano in una radicalizzazione del movimento»!
- Aaaaahhh… i piccoli bastardi!
- E ascolti questa, Raymond: «Le dirigenze sindacali, ai vertici e nelle imprese, non possono trasformarsi in mercanti di illusioni»!
- Non l’avrei detto meglio.
- Ma appunto: non è stato scritto sotto la sua dettatura?
- Le giuro di no.
- Ma Joffrin non è di sinistra?
- Certo che sì: ma di destra.
(L’originale qui)
22 giugno 2010
Date storiche
21 giugno 1905: Jean-Paul Sartre nasce a Parigi. 105 anni dopo, Google gli dedicherà un doodle.
18 aprile 1973: Sartre, insieme a Serge July e a Philippe Gavi, fonda il giornale Libération.
22 giugno 2010 (105 anni e un giorno dopo la nascita di Sartre): Karl Lagerfeld caporedattore per un giorno di Libé. "Invitato speciale di Libé, che cambia formato per l'occasione, Karl Lagerfeld disegna tutta l'attualità. In esclusiva, Jeff Koons e Claude Lévêque ci offrono la loro interpretazione dello stilista".
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The new groups are not concerned
With what there is to be learned
They got Burton suits, ha you think it's funny
Turning rebellion into money
All over people changing their votes
Along with their overcoats
If Adolf Hitler flew in today
They'd send a limousine anyway
19 aprile 2010
Tenetevelo e apponetevelo, altresì, dove vi pare
"Vi segnaliamo, altresì, che coloro i quali aderiranno alla cerimonia, dovranno portare una marca da bollo da €14,62, che dovrà poi apporsi sul relativo diploma all'atto di consegna.
Cordiali saluti"
25 febbraio 2010
La mia identità nazionale
[Ok: la smetterò di spammare il blog con traduzioni di articoli. Questo però l'ho trovato davvero bello e volevo condividerlo con i non francofoni]
Il soggetto, lanciato dalle più alte autorità del paese, è stato ripreso dalla stampa, in più o meno cattiva fede. Devo tuttavia confessare che questo dibattito mi è sfuggito completamente. Come alla maggior parte dei francesi, suppongo.
Ma oggi la questione mi ha colpito in pieno: «Quale Dipartimento vuole?» mi ha chiesto il meccanico. Ero lì, con il mio libretto nuovo, per far mettere le targhe sulla macchina che mi sono appena regalato: una 4x4 di otto anni fa, imbarazzante, inquinante e per dirla tutta, anacronistica.
«Eh?»
La macchina è immatricolata nel 27 [Eure], il meccanico sta nel 95 [Val d'Oise], io abito nel 78 [Yvelines] e sono nato nel 92 [Hauts-de-Seine].
«Non si può farne a meno?», gli domando ingenuamente.
«No, è obbligatorio, ma lei può scegliere il Dipartimento che preferisce». Allora mi offre un caffè e discutiamo un po', lui e io, per arrivare alla conclusione, pienamente condivisa, che siamo comunque fortunati a vivere in un'epoca in cui si può scegliere qualcosa di obbligatorio...
E mentre mi montava le targhe, io mi lasciavo andare ad una riflessione.
Sono nato in Francia, da un padre greco e da una madre «dell'Assistenza», come si diceva all'epoca. Non so dove si siano conosciuti, ma propendo per la banchina di un binario. Non stavano fermi un attimo. Passavamo il nostro tempo a traslocare, sembravamo dei fuggiaschi. Devo essere uno dei rari bambini ad aver frequentato una buona dozzina di scuole diverse tra la materna e la media. Non che la cosa abbia inciso sui miei studi, poiché avevo comunque deciso di non combinare nulla.
Mio padre è stato naturalizzato cittadino francese dopo la guerra, ma non per meriti militari. Quando avrebbe voluto arruolarsi per difendere il paese che lo aveva accolto, lo hanno sbattuto in un campo. Credo lo chiamassero un «centro di raduno per stranieri». Sembra che ci fossero persone di ogni nazionalità. Certo, non era mica Auschwitz, ma era duro, da quello che ci ha raccontato. Soprattutto il freddo. Lo hanno liberato quando ha iniziato a sputare sangue. Perché non infettasse gli altri, suppongo. La Francia, non riconoscente ma forse pentita, ha deciso di naturalizzare questi stranieri che aveva sbattuto nei campi.
Molto tempo dopo, quando mio padre non era già più di questo mondo, la sua storia mi è tornata in mente mentre chiedevo una nuova carta d'identità. Al comune mi hanno detto: «Ah, lei è nato da un padre straniero! Bisogna provare che lei ha optato per la nazionalità francese prima della sua maggiore età». O il contrario, non mi ricordo più.
Fu allora che ebbi un primo dubbio. Prima, la questione non mi aveva mai nemmeno sfiorato. Ero funzionario, poliziotto da parecchi anni. Da giovane mi avevano mandato a visitare il Maghreb e, cercando bene in fondo a qualche cassetto, avrei forse potuto trovare qualche ninnolo di queste avventure passate.
Ma io ero veramente Francese?
E oggi, davanti a questo meccanico dall'accento venuto d'altrove, la domanda mi si è ripresentata sotto un altro punto di vista: Francese sì, ma di quale regione? Nessun parente né in Bretagna né in Corsica. Nessuna casa di famiglia con la soffitta zeppa di ricordi pieni di ragnatele, nessun pezzo di terra al quale aggrapparmi.
Un po' disorientato, ho ripreso il volante della mia 4x4 di un'altra epoca, munita delle sue targhe belle nuove, con su stampato 973.
Da quando ho letto Papillon, ho sempre avuto voglia di visitare la Guyana.
(L'originale è qui. George Moréas, ex-commissario di polizia e scrittore, ha un blog invitato su Le Monde: Police et cetera).
12 novembre 2009
Sarkozy c'era
Il Presidente della Repubblica Francese Nicolas Sarkozy ha raccontato sulla sua pagina di Facebook (con parole semplici ma commoventi) come il mattino del 9 novembre di 20 anni fa decise insieme a Alain Juppé di correre a Berlino per essere presente all'evento storico che si profilava. Arrivati nella capitale tedesca, incontrano per caso il giovane François Fillon, ed arrivano a partecipare alla festa, dando "qualche colpo di piccone" al muro che stava crollando. Segue foto che immortala il giovane Nicolas nell'atto simbolico di buttare giù il muro.
In realtà, Le Petit Nicolas a Berlino non arrivò il 9 sera, ma una settimana più tardi. Una bugia tanto stupida quanto inutile dimostra la tronfia vanagloria del personaggio, presto vendicata sulla Rete: sul sito Nicolasyetait.com potrete trovare altre immagini di altre storiche partecipazioni di Nicolas Sarkozy. Noi ne abbiamo scelto qualcuna un po' a caso:
Luglio 1830 (per il giorno preciso chiedere a Alain)
Le "Tre Gloriose" immortalate da Delacroix. Nicolas c'era: è lui che, distrattamente, suggerisce alla Libertà di raccogliere una bandiera e di sventolarla, insufflando così uno slancio patriottico agli scontenti. Con umiltà, partecipò per la prima volta alla creazione di un movimento popolare. In seguito, tutta la letteratura francese prese ispirazione da questo giovane uomo in secondo piano per raccontare le storie nelle quali gli uomini sanno comandare le loro mogli.Lunch on top of a skyscraper!
E' il 1932 e Nicolas Sarkozy, di passaggio a New York, decide di dare una mano agli operai che costruiscono il Rockefeller Center.
Dallas, 1968
Nicolas Sarkozy, in vacanza a Dallas, incrocia casualmente la limousine di John F. Kennedy. Grande amico di Jackie per via di sua moglie Carla, Nicolas preferisce correre sul lato sinistro della macchina.
11 novembre 2009
L'ex-Festa dell'Armistizio
Per volontà di Sarkozy, da oggi i francesi non celebreranno più la festa dell'armistizio, ma la festa dell'amicizia franco-tedesca. I dettagli in un articolo di Brave Patrie, rivista on-line che noi fortemente sosteniamo.
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Nel quadro del grande dibattito sull'identità nazionale lanciato da Eric Besson, Nicolas Sarkozy aggiunge un interessante argomento che ha attirato l'attenzione della redazione di Brave Patrie: l'11 novembre, data che segna la sola (o quasi) vittoria militare della Francia moderna, non è un elemento di identità nazionale, ma la festa dell'amicizia franco-tedesca. Nicolas Sarkozy mette dunque fine allo spirito di revanscismo del 1871; Angela Merkel, da parte sua, ha ufficialmente abbandonato le rivendicazioni sull'Alsazia-Lorena.
11 novembre 1918. Mentre Nicolas Sarkozy - ancora di nazionalità tzigana - ha appena iniziato la sua eroica battaglia contro le orde comuniste che già prendono d'assalto l'Europa dell'Est, Foch e Erzberger si riuniscono a Rethondes per festeggiare l'amicizia franco-tedesca attorno ad uno sgnappino. Per ragioni che rimangono ancora sconosciute, nessun cancelliere tedesco era mai stato fino ad oggi invitato alle commemorazioni, tranne uno che si presentò spontaneamente il 22 giugno 1940 davanti al vagone delle feste, ma, sfortunatamente, nel giorno sbagliato. Che idiota! Ma ora il torto viene riparato: Angela Merkel e la Bundeswehr saranno sugli Champs-Elysées l'11 novembre 2009.
Le celebrazioni di quest'anno contempleranno qualche piccola novità. La tradizionale deposizione della corona d'alloro sarà sostituita da un cocktail-party sulla tomba del Milite Ignoto con degustazione di Choucroute, piatto tradizionale alsaziano che simboleggia l'avvicinamento delle nostre due culture, accompagnato da Enrico Macias che intonerà prima la Marsigliese e poi il Deutschlandlied. La serata si terminerà con la distruzione simbolica del Trattato di Versailles e con una rievocazione della battaglia di Verdun a Eurodisney, con Christian Clavier nel ruolo del Maresciallo.
L'Eliseo giustifica la presenza dei Tedeschi alle celebrazioni dell'11 novembre con la scomparsa di tutti i combattenti della Prima Guerra Mondiale - l'ultimo ha tirato le cuoia l'anno scorso. Da ciò si può dedurre che quando moriranno tutti i combattenti del '39-'45, l'8 maggio diventerà la Festa della Birra e della Salsiccia e l'ultima domenica di aprile, già Giornata della Deportazione, diventerà la Festa della Previdenza Sociale e del Finanziamento delle Pensioni. D'altronde, secondo alcune fonti vicini al Ministero dell'identità nazionale, l'anno prossimo potrebbe essere presa in considerazione una data ancor più significativa nella storia della cooperazione franco-tedesca, come per esempio il 24 ottobre, anniversario dell'incontro di Montoire, data ingiustamente ignorata dalla storiografia.
Ecco ciò che dovrebbe far tacere ogni detrattore del concetto di identità nazionale, il cui contenuto si dimostra più consistente di una semplice bandiera, di una pulzella bruciata dagli inglesi, di una canzone che non si deve fischiare, o dei bambini morti nella prigione del Tempio. Tutte le grandi date che rappresentano la celebrazione dei valori patriottici acquistano una nuova dimensione sotto il governo di Nicolas Sarkozy, che la Francia non ringrazierà mai abbastanza.
(l'originale qui)
11 novembre 1918. Mentre Nicolas Sarkozy - ancora di nazionalità tzigana - ha appena iniziato la sua eroica battaglia contro le orde comuniste che già prendono d'assalto l'Europa dell'Est, Foch e Erzberger si riuniscono a Rethondes per festeggiare l'amicizia franco-tedesca attorno ad uno sgnappino. Per ragioni che rimangono ancora sconosciute, nessun cancelliere tedesco era mai stato fino ad oggi invitato alle commemorazioni, tranne uno che si presentò spontaneamente il 22 giugno 1940 davanti al vagone delle feste, ma, sfortunatamente, nel giorno sbagliato. Che idiota! Ma ora il torto viene riparato: Angela Merkel e la Bundeswehr saranno sugli Champs-Elysées l'11 novembre 2009.
Le celebrazioni di quest'anno contempleranno qualche piccola novità. La tradizionale deposizione della corona d'alloro sarà sostituita da un cocktail-party sulla tomba del Milite Ignoto con degustazione di Choucroute, piatto tradizionale alsaziano che simboleggia l'avvicinamento delle nostre due culture, accompagnato da Enrico Macias che intonerà prima la Marsigliese e poi il Deutschlandlied. La serata si terminerà con la distruzione simbolica del Trattato di Versailles e con una rievocazione della battaglia di Verdun a Eurodisney, con Christian Clavier nel ruolo del Maresciallo.
L'Eliseo giustifica la presenza dei Tedeschi alle celebrazioni dell'11 novembre con la scomparsa di tutti i combattenti della Prima Guerra Mondiale - l'ultimo ha tirato le cuoia l'anno scorso. Da ciò si può dedurre che quando moriranno tutti i combattenti del '39-'45, l'8 maggio diventerà la Festa della Birra e della Salsiccia e l'ultima domenica di aprile, già Giornata della Deportazione, diventerà la Festa della Previdenza Sociale e del Finanziamento delle Pensioni. D'altronde, secondo alcune fonti vicini al Ministero dell'identità nazionale, l'anno prossimo potrebbe essere presa in considerazione una data ancor più significativa nella storia della cooperazione franco-tedesca, come per esempio il 24 ottobre, anniversario dell'incontro di Montoire, data ingiustamente ignorata dalla storiografia.
Ecco ciò che dovrebbe far tacere ogni detrattore del concetto di identità nazionale, il cui contenuto si dimostra più consistente di una semplice bandiera, di una pulzella bruciata dagli inglesi, di una canzone che non si deve fischiare, o dei bambini morti nella prigione del Tempio. Tutte le grandi date che rappresentano la celebrazione dei valori patriottici acquistano una nuova dimensione sotto il governo di Nicolas Sarkozy, che la Francia non ringrazierà mai abbastanza.
(l'originale qui)
10 giugno 2009
Hadopi RIP LOL

All'Alta Autorità per la Diffusione delle Opere e per la Protezione dei diritti su Internet (HADOPI) viene così interdetto qualsiasi potere sanzionatorio previsto dalla legge voluta fortemente da Sarkozy (in particolare la sospensione dell'accesso ad internet).
"E' una grande vittoria per i cittadini i quali hanno provato che potevano agire insieme per proteggere la loro libertà. La "Reazione graduale" è definitivamente affossata. Resta in piedi una gigantesca macchina che produce spam per le industrie del divertimento, pagata con i soldi dei contribuenti. Questo evento non segna però la fine della volontà di Nicolas Sarkozy di controllare internet. La prossima legge LOPPSI2 sarà presto presentata e potrebbe stabilire il filtraggio dei contenuti su internet. I cittadini devono celebrare questa grande vittoria ma rimanere vigilanti..." dichiara contento Jéremie Zimmermann, portavoce dell'associazione La Quadrature du Net.
(L'articolo originale è qui: http://www.laquadrature.net/fr/hadopi-le-conseil-constitutionnel-censure-la-riposte-graduee)
scritto da
arcomanno
alle
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tags: albanel, foutage de gueule, hadopi, internet, nimportequoi, sarkoland
8 aprile 2009
E voi? Ce l'avete il firewall in Open Office?
Il Ministro della Cultura del governo francese risponde ad un'interrogazione sull'insensatezza, inutilità, pericolosità e stupidità del progetto di legge "Hadopi" su internet e diritto d'autore, approvata qualche giorno fa dall'Assemblea Nazionale al gran completo (a votare, c'erano solo 16 deputati).
Una grande prova di conoscenza approfondita della materia, che infonde fiducia a tutti i sudditi del regno.
Per un approfondimento sulla legge Hadopi:
http://www.laquadrature.net
ULTIM'ORA. CLAMOROSO AL CIBALI. Stamattina, 9 aprile, al definitivo passaggio all'Assemblea Nazionale, la legge HADOPI è stata respinta 21 voti contro 15. La votazione-colpo di scena, disertata dalla stessa maggioranza, rimanda ancora un testo di legge che sarà sempre più difficile approvare. Christine Albanel è delusa e grida al complotto e all'imboscata: si vede che il suo firewall di Open Office non ha funzionato bene. Il titanic, per ora, sembra affondato...
http://www.laquadrature.net/fr/hadopi-rejetee-a-lassemblee
http://www.laquadrature.net
ULTIM'ORA. CLAMOROSO AL CIBALI. Stamattina, 9 aprile, al definitivo passaggio all'Assemblea Nazionale, la legge HADOPI è stata respinta 21 voti contro 15. La votazione-colpo di scena, disertata dalla stessa maggioranza, rimanda ancora un testo di legge che sarà sempre più difficile approvare. Christine Albanel è delusa e grida al complotto e all'imboscata: si vede che il suo firewall di Open Office non ha funzionato bene. Il titanic, per ora, sembra affondato...
http://www.laquadrature.net/fr/hadopi-rejetee-a-lassemblee
23 gennaio 2009
22 giugno 2008
Libé bling-bling

La scelta di ospitare Carlà in redazione, con copertina e 5 pagine di intervista sulla politica, sulla musica, sulla Francia, sui rapporti col Marito Presidente, rappresenta non di meno un discreto passo in avanti verso il trash, la spazzatura, l'appiattimento totale del grande flying circus mediatico che tutto 'l mondo appuzza.
Per la verità, metà redazione era contraria al progetto e fino alla fine pare che ci siano state non poche frizioni. All'inizio, infatti, l'idea geniale e provocatoria delle teste d'uovo di Libé era quella di far apparire Carlà redattrice-capo per un giorno; di consegnarle, insomma, la redazione per un giorno intero, come avevano già fatto in marzo con un gruppo di studenti di Nanterre per commemorare il '68. Dopo tre giorni di dibattito intenso e trattative, la provocazione si è limitata alla visita in redazione, la copertina e 5 pagine di intervista sullo scibile umano: d'accordo, la first lady non sarà un premio nobel, ma visto che si dichiara "epidermicamente di sinistra", è pur sempre un gran pezzo di figa, canta pure, che si fa: non la si intervista?
Ho sempre pensato che la merda, "epidermicamente", non abbia un buon odore: chissà perché...- 'l primo che risento parla' male di Le Monde diplomatique lo sfondo.
(Compagno Vladimiro Tegoloni, casa del popolo "V. Majakovskij", durante un dibattito post-tombola).
Ultim'ora: pare che il direttore di Libération abbia sottoposto ai suoi redattori un'altra provocazione dal sapore dadaista: consegnare la redazione per un giorno intero a Marion Anne Perrine Le Pen. Benché non comparabile all'ex-modella, la Marine nationale è comunque una bella biondona, pare canti decentemente e più volte ha dichiarato di sentirsi "epidermicamente" vicina ai soixante-huitards, visto che è nata il 5 agosto del 1968.
20 giugno 2008
Ma a paese...
Non so perché insisto a mantenere il segnalibro live di Repubblica.it sulla barra del mio firefox (a proposito, la versione 3 per Ubuntu è fantastica). Ancora meno so perché insisto a schiacciarlo, di tanto in tanto. In giorni come oggi, però, mi rendo conto che la lettura di questo sito, che assomiglia sempre più ad una parodia comica, mi procura delle risate trasversali. La pagina di questo momento, per esempio, è stupenda.

Ma insomma, è proprio divertente questo paese: qual è la risposta di Valtero a uno che gli dà del fallito (e pure legittimamente: provate a chiamare in un altro modo l'exploit di Cicciobello a Roma, ad esempio)? "Hai perso l'occasione per il dialogo...". E comunque, attenzione: in autunno (che mo' c'amo d'anda' in vacanza, 'gnora mia, che vuole: la politica c'ha i suoi tempi) andremo in piazza! Calearo col temuto spezzone del centro sociale Konfindustria in testa al corteo, la Binetti a volto coperto... diciamo la verità, il PD in piazza fa un po' paura a tutti.
A commento di tutto questo, in basso alla pagina, la dichiarazione di Panucci. Sembra che abbia risposto a Ramos il quale aveva detto: "Italia gran calcio, ma a paese..."
7 aprile 2008
Mai 68... ... Mes 69

Il calembour è piuttosto volgare, scontato e abusato, ma tant'è.
In questi tempi di festeggiamenti e commemorazioni, ognuno approfitta come può dell'evento mediatico per farsi pubblicità.
Hot video, almeno, è un vero giornale de cul.
Una marchetta palese, dunque, e nemmeno delle peggiori.
Sul "gadget" Maggio '68 e le marchette, una riflessione interessante di Serge Quadruppani:
Mai 68, le gadget triomphant et l'utopie nécessaire.
Hot video, almeno, è un vero giornale de cul.
Una marchetta palese, dunque, e nemmeno delle peggiori.
Sul "gadget" Maggio '68 e le marchette, una riflessione interessante di Serge Quadruppani:
Mai 68, le gadget triomphant et l'utopie nécessaire.
scritto da
arcomanno
alle
11:40
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