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29 agosto 2013
Tattoo you
Sì, si pronuncia uguale, ma in italiano si scrive «che» e non «que».
Certo, adesso che te lo sei tatuato sulla schiena sarà difficile correggerlo.
8 maggio 2013
Quei luoghi comuni sui ritals duri a morire
Colpa anche di Aldo Maccione, che si è prestato a simili misfatti:
Trattasi dei titoli di testa di «Pizzaïolo et Mozzarel» (1985) di Christian Gion. Per altro, i commenti di You Tube sono quasi tutti incensatori. C'è gente disperata che non riesce a trovare il DVD, altri che «muoiono dalla voglia di avere la colonna sonora», altri ancora che Aldo, c'est la classe!
(Grazie a ealcinemavaccitu per avermi permesso di colmare questa enorme lacuna nella storia dei rapporti culturali francoitaliani).
27 novembre 2012
16 ottobre 2012
Prima o poi doveva accadere
- Allora, l’ha fatto l’esercizio di trascrizione della canzone?
- No, era difficilissima! Mi piace molto ma non riesco proprio a capire le parole.
- Ma sta parlando di Azzurro?
- Sì.
- Ehm, me l'aveva già detto. Infatti gliene avevo dato un’altra...
- Ah, l’altra? Incieme a te non si sto più...
- Ehm, sì. Insieme a te non ci sto più, sì. Era più facile, no?
- Sì ma…
- Non l’ha trovata più facile?
- No, a dire la verità non mi è proprio piaciuta.
- Va bene, i gusti non si discutono, ma ha provato almeno a trascriverla?
- No, non ci sono proprio entrata. Era una canzone così anni ’60…
- Ma guardi che anche Azzurro è degli anni ’60. E poi lo sa che l’ha scritta pure Paolo Conte?
- Sì, ma Azzurro mi piace! Quella lì no. E se non mi piace una canzone non riesco a entrarci dentro, mi dispiace. E’ più forte di me!
- Bene, allora per la prossima volta vediamo di trovare un pezzo facile che sia anche di suo gradimento. Che musica preferisce?
- Mah, la musica italiana.
- …
- Ma sì, come Azzurro! Con un po’ di ritmo! Ce n’era una quest’estate che mettevano sempre al miniclub di mia figlia, come faceva... ah sì:. “Tuti al maaareeee…. tuti a cantaaaare….”
- …
- Non la conosce?
- No, mi dispiace.
- Se no c’è quell’altra, quella famosissima…
- Ce ne sono tante, sa.
- Quella che cantavano tutti quanti, quell’anno a Ischia…
- Una canzone napoletana?
- No, non mi pare… come faceva? Na-na-na-na-na-na-na-na…
- …
- Ma sì, è molto famosa! La cantano tutti in Italia…
- Na-na-na-na-na-na-na…. na-na-na-na-na-na-na…. sono l’italiano…
- Ah, L’Italiano di Toto Cutugno.
- Sì, quella lì. Mi piace un sacco! Mi dia quella lì!
14 maggio 2012
Simpatie paterne
Ore 9 linea 9 del métro, dall'estremo est all'estremo ovest di Parigi. Coppia di turisti italiani con bambina di otto-dieci anni. La metro si ferma alla stazione Iéna (per gli amanti delle informazioni inutili, una delle tre stazioni del métro formate dal minor numero di lettere, insieme a Rome e Cité), che celebra la famosa battaglia avvenuta nell'omonima città della Turingia, dove Napoleone sconfisse i Prussiani nel 1806.
Il padre dice alla figlia: «Guarda, è la tua fermata questa: la fermata della iena». La bimba fa finta di niente e si gira dall'altra parte. La madre non commenta.
Scenderanno alla fermata successiva - Trocadero - per l'immancabile visita alla Torre Eiffel.
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arco
alle
17:42
4
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tags: métro, parigi, ritals, sciocchezzuole
26 settembre 2011
e disfrutti di tutti i trasporti
Ma porca miseria, con tutti i ritals che ci sono a spasso a Parigi, almeno la RATP lo vuole pagare un cazzo di traduttore MADRELINGUA (no e poi no: se avete un nonno italiano e/o avete studiato qualche anno in Italia e/o andavate in vacanza a Rimini e/o siete stati fidanzati con un italiano/a NON SIETE madrelingua: non è per fare il pedigree a nessuno, ma solo perché poi finisce che scrivete «disfrutti di tutti i trasporti» che non vuol dire niente)?
No, eh?
scritto da
arco
alle
14:49
10
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tags: affiches, lost in translation, métro, parigi, ratp, ritals
24 maggio 2011
Primo!
Per la prima volta ho votato fuori da una cabina elettorale, tracciando con una biro (visto che la matita copiativa non c'era nella busta) 4 Sì sul mobile dell'acquaio in cucina.
Votare così, alla luce del sole, a casa propria, ha un certo effetto desacralizzante.
Votare così, alla luce del sole, a casa propria, ha un certo effetto desacralizzante.
Ora infilo tutto nella busta preaffrancata (sottolineo per tranquillizzare gli amici genovesi iscritti all'AIRE) e spedisco.
scritto da
arco
alle
15:35
3
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tags: aire, patrie, referendum, ritals
18 gennaio 2011
Haivolutovedereparigi: un blog branché!
Le statistiche del blog, ieri, segnalavano qualcosa di strano: più di 90 visitatori unici non li avevamo mai avuti, eccezion fatta per il brevissimo periodo - antico tempo glorioso - in cui ci linkava Paul The Wine Guy. Cercando il colpevole dell'anomalo traffico, spunta l'indirizzo online de L'Express. Io, che sono notoriamente distaccato dalla realtà, mi dico subito: "avranno fatto un articolo sulla manifestazione per la Tunisia a Parigi, postando qualche foto con i link".
Seeeee... ma quando mai! Cliccando il dettaglio, scopro invece, piuttosto incredulo, che siamo finiti più prosaicamente e fashionisticamente in un "florilegio di indirizzi branché", in una lista del "meglio dei blog parigini".
Indeciso, a quel punto, se esclamare "sticazzi" o "mecojòni", leggo meglio l'articolo che ci cita, intitolato Quand les blogueurs refont Paris, e rimango un tantinello deluso, visto che di noi si dice soltanto che "ci lamentiamo delle pizze cattive a 12 euro". Secondo me Géraldine Catalano, autrice del pezzo, ci ha confuso con qualcun altro, un campione del mondo di lamentazioni sulla vita parigina, visto che non ho trovato traccia sul blog di questo commento sulle pizze (e se c'è, l'ha fatto di sicuro il campione del mondo di cui sopra!).
In ogni caso, la citazione val bene un gnégnégné, e abbiamo dunque deciso di tirarcela un poco.
Mica come qualcuno, che viene nominato blog-giurato del primo festival online del cinema francese e nemmeno lo dice in giro. O come qualcun altro, che fa dello spudorato racolage per essere votato in competizioni di blogger lexiofili (PS: io ti ho appena votato, ma lusofoni e polaccofoni sono largamente in testa; non c'è speranza).
Per festeggiare questo lieto evento, haivolutovedereparigi si trasformerà per una settimana in un vero blog branché, dove si parlerà un po' di tutto, dai saldi allo shopping alle Galéries Lafayette, dai nuovi-nuovi-nuovi quartieri emergenti di Parigi dove investire nel sempre più redditizio mattone, ai ristoranti più in vista della capitale, dai locali più trendy, alle riunioni dei bloggers parigini in esilio (dove, come avrete già capito, ci riuniamo per lamentarci delle pizze di Parigi - e mica solo di quelle).
Attenzione anche alla deriva foodblogging: potrebbero venir fuori ricette molto branchées, tipo velouté di topinambour & potimarron vert.
In ogni caso, la citazione val bene un gnégnégné, e abbiamo dunque deciso di tirarcela un poco.
Mica come qualcuno, che viene nominato blog-giurato del primo festival online del cinema francese e nemmeno lo dice in giro. O come qualcun altro, che fa dello spudorato racolage per essere votato in competizioni di blogger lexiofili (PS: io ti ho appena votato, ma lusofoni e polaccofoni sono largamente in testa; non c'è speranza).
Per festeggiare questo lieto evento, haivolutovedereparigi si trasformerà per una settimana in un vero blog branché, dove si parlerà un po' di tutto, dai saldi allo shopping alle Galéries Lafayette, dai nuovi-nuovi-nuovi quartieri emergenti di Parigi dove investire nel sempre più redditizio mattone, ai ristoranti più in vista della capitale, dai locali più trendy, alle riunioni dei bloggers parigini in esilio (dove, come avrete già capito, ci riuniamo per lamentarci delle pizze di Parigi - e mica solo di quelle).
Attenzione anche alla deriva foodblogging: potrebbero venir fuori ricette molto branchées, tipo velouté di topinambour & potimarron vert.
scritto da
arco
alle
16:19
9
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tags: blogosfera, branché, calzini sporchi, cibo, gnégnégné, internet, parigi, ritals
28 settembre 2010
Stereo Tipi
scritto da
arco
alle
16:30
2
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tags: caramba, Germania, ritals, signore dimmi perché, stereotipi, suoni, vacanze, viaggi
9 febbraio 2007
Les Ritals

Per tutto il libro si susseguono personaggi memorabili che popolano il confine tra ritals e francesi; mentre gli adulti restano legati alle loro origini e alle loro tradizioni, il piccolo François è già con un piede nella Francia (la scuola obbligatoria e repubblicana, potente veicolo di assimilazione). Questo essere a metà, questo incontro di culture è fecondo, e la lingua del libro ne è una spettacolare manifestazione. L’impasto di dialetto piacentino e di francese è gustosissimo e a tratti esilarante, specie quando a parlare è il padre, Luigino “Vidgeon” Cavanna, muratore analfabeta dell’azienda edile di Cavanna & Taravella (ma il Cavanna titolare dell’azienda è solo un lontano parente, fa parte dei “Cavanna ricchi”, mentre Vidgeon appartiene ai “Cavanna poveri”). Luigi Cavanna è forse il vero protagonista del libro, che è per molti versi un bellissimo e tenero omaggio al padre, figura incredibile di una bontà e di una saggezza veramente di altri tempi. Luigi parla a tutto, agli animali, alle piante, alle cose. Egli rispetta tutto:
« Papa respecte les pierres et les clous, et le Di-ou te strrramaledissa de bois qui se fend sous le clou, et la vis rouillée qui veut pas se laisser faire. Il lui dit, à la vis, attende oun po’, qué ze vais te soigner bien coumme i faut, après ça ira toute sol. T’as la rhoumatisse, ecco, t’as les osses qui craquent pourquoi t’es restée longtemps nell’houmidité, ecco valà, attende oun po’ qué ze te donne la bonne confiture. Et il la barbouille d’huile à camion bien noire bien épaisse qu’il en a toujours une petite bouteille au fond de la poche avec les ferrailles, et il dit à la vis tende oun po’, tende oun po’, fate pas de bile, mon pétit lapin, il est un bon médicament çui-là, ti fara dou bien, tou vas var. Et il attrape les tenailles - jamais je l’ai vu manœuvrer un boulon avec un autre outil, qué les tinailles, quouante que t’as la force dans les dvagts, i va oussi bien coumme une clef-la-molette, et pas bisvoin tourner le maçin qu’il est bon qu’à perdre le temps pourquoi le maçin touzours i se coinche - il serre fort, de plus en plus fort, les doigts lui blanchissent, les sourcils lui froncent, un bout de langue lui sort sur le côté, il sent la tête de l’écrou mordue à cœur par les mâchoires tranchantes, elle s’abandonne, elle est à sa merci, comme au bras-de-fer, quand tu sens que l’autre va céder, juste avant, alors il tourne, doucement, pas brusquer, pas faire mal, la vis cède, enfin, en couinant, allora, mon pétit lapin, qu’est-ce tou dis, maintenant ? Vainqueur et modeste, il se tourne vers moi : Fout zamais esse broutal. La force, il est zouste le contraire comme la broutalité. Un qu’il est broutal, c’est qu’il a pas la force. Ecco. »
Del libro esiste una traduzione italiana (Bompiani, 1980 - fuori catalogo) che non ho avuto l’onore di leggere. Tradurre un libro del genere mi sembra impresa ardua se non impossibile; di certo il titolo non promette nulla di buono: “Calce e martello”. Per dirla con Vidgeon: Di-ou te strrramaledissa !
Chi volesse tentare la sorte, lo può trovare - forse - qui.
* Termine, un tempo spregiativo, che designava gli italiani immigrati e che deriva dalla solita tendenza ad abbreviare dei francesi: ital’, con una “r” aggiunta all’inizio, forse per assonanza con ricain, abbreviazione argotica di “americain”.
Del libro esiste una traduzione italiana (Bompiani, 1980 - fuori catalogo) che non ho avuto l’onore di leggere. Tradurre un libro del genere mi sembra impresa ardua se non impossibile; di certo il titolo non promette nulla di buono: “Calce e martello”. Per dirla con Vidgeon: Di-ou te strrramaledissa !
Chi volesse tentare la sorte, lo può trovare - forse - qui.
* Termine, un tempo spregiativo, che designava gli italiani immigrati e che deriva dalla solita tendenza ad abbreviare dei francesi: ital’, con una “r” aggiunta all’inizio, forse per assonanza con ricain, abbreviazione argotica di “americain”.
scritto da
arcomanno
alle
23:41
1 commenti
tags: ritals, scripta manent, storie
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