9 giugno 2010

Le gioie della basse coiffure maghrebina

Vicino casa mia ha aperto un nuovo parrucchiere a prezzi popolari. C'ero già stato qualche mese fa e ieri ci sono tornato. Stavolta però è l'apprendista ad accogliermi e io penso subito: "Bene, mi farà un taglio più giovane!". Infatti il giovane mi fa accomodare, simpatico e sorridente, dicendomi: "Corti sui lati e un po' meno di sopra?". Anche se con i capelli che mi restano non serviva un fulmine di guerra per indovinare, fa comunque sempre piacere qualcuno sveglio che ti leva dall'imbarazzo.
L'apprendista inizia rapidissimo con la macchinetta, poi rallenta, mettendoci una precisione maniacale a farmi le basette: un'esecuzione perfetta, anche se a volte appoggia un po' troppo (-Oh, scusa: qui avevi un brufolo; -Non ti preoccupare: ora non c'è più). Finito il lavoro, tira fuori lo specchio per farmi rimirare la sfumatura. Mi pare ottima, e in fondo penso che il taglio racaille non stia così male sulla mia gueule. Gli chiedo se mi può dare una sfoltita alle sopracciglia, e lui: "Ma certo: lo stavo per fare!", e mi sistema anche i peli superflui. Faccio per alzarmi ma lui mi ferma e mi dice: "La sai quella del filo?" E io: "Filo? Quale filo?". In quel mentre, tira fuori una spagnoletta di filo verde e inizia ad arrotolarsi rapidissimamente uno dei due capi tra il pollice e l'indice, facendo qualcosa che assomiglia a quel giochino dell'infanzia in cui ci si passava tra le dita un filo che cambiava forma ad ogni passaggio. Finita la complessa operazione, capisco che ho diritto ad una sessione supplementare gratuita di soin esthétique. Il giovane, infatti, inizia a passarmi il filo arrotolato sull'arcata sopraccigliare, srotolandolo con un velocissimo movimento rotatorio : "E' come la pinzetta, solo più rapido e meno doloroso". Sull'ultimo punto avrei molto da ridire (e anche sul primo: semmai è il principio dell'epilady), ma la scena è così surreale che non riesco manco a pronunciare un flebile ahia! e soffro in silenzio. Quando sta per passare il suo attrezzo artigianale sui miei zigomi, ho un momento di lucidità e gli dico: "No, fermo: è inutile, tanto poi mi rado". "Eh, ma non è bene radersi fin lassù: poi i peli crescono lunghi e forti". E io: "Sì, ma ormai sono anni che mi rado lassù, dunque è inutile". Un pelo contrariato (in fondo mi aveva appena insegnato un trucco che non conoscevo), il giovane mette via il filo, mi dà un'ultima spazzolatina et voilà: sono 8 euro.
Un prezzo francamente onesto: credo che ci ritornerò. La prossima volta mi devo solo ricordare di scappare via prima che possa dire: "La sai quella delle forbici arroventate?"

6 commenti:

francesca ha detto...

Quanta fatica! Quanta sofferenza! E tutto questo per sentirti dire che te li hanno tagliati male... Bisonga proprio essere insensibili, eh?

francesca ha detto...

EC: bisoGNa

arco ha detto...

Eh, la gente è proprio cattiva, a volte...

Anonimo ha detto...

però... è un espediente che potrebbe essermi utile quando sarò ormai inevitabilmente sulla china di Ferrarotti...

Anonimo ha detto...

vogliamo foto please!

Auramaga ha detto...

AHAHA!! E dire che ci sono donne che spendono la peau des fesses in lussuosissimi centri estetici per avere la depilazione al filo.