E insomma, eravamo lì pronti alle 19 e 58 con lo champagne, in attesa delle prime stime davanti alla TV. Già da ore, tuttavia, gli exit poll pubblicati sui siti belgi e svizzeri (in Francia sono vietati) avevano reso il momento molto meno solenne ma si sa, l’exit poll è quel che è. Oppure no. Ad ogni modo, alle 20 in punto il dato atteso arriva: François Hollande è eletto nuovo presidente della Repubblica Francese con il 51,90 percento dei suffragi. Alè, via il tappo, auguri, brindisi.
Malgrado il clima di festa, a me viene spontaneamente da obiettare. No, ma aspettate: 51 e 90. Siete proprio sicuri che questa stima non venga ribaltata? A me sembra un margine davvero esiguo. E dunque mio cugino mi spiega (per l’ennesima volta) che sono ancora troppo italiano: siamo in Francia, già i sondaggi sono molto accurati, gli exit poll pure e figurarsi dunque le stime (proiezioni eseguite su un campione di seggi già scrutinati). E poi l’elezione è tra due candidati, il margine di errore è davvero esiguo. «Fidati. E brinda. Salute!».
Sarà, penso io, con il mio solito scetticismo che rasenta l’ottusità. Dunque brindo, ma resto sospettoso ad ascoltare il dibattito nello studio televisivo. Un giro di pareri, da destra a sinistra. Nessuno che dica, per esempio: «Aspettiamo il risultato finale». Oppure: «Ogni commento sarebbe prematuro: senza i dati di Marsiglia è inutile qualsiasi previsione». O ancora: «Ci sono tre seggi in Corsica che devono essere ancora scrutinati». Niente. François Hollande è il nuovo presidente della Repubblica Francese. Punto. Il risultato è talmente dato per buono che mezz’ora dopo Sarkozy annuncia la sconfitta davanti ai suoi sostenitori. «Ho perso», dice, e fa un discorso peloso, molto faux-cul, augurando buon lavoro a Hollande (sotto una selva di buuuuuuuuu! da parte dei giovani sarkozisti in sala) tirando in ballo la Francia Eterna, l’Interesse Superiore, la Democrazia, il Riconoscimento dell’avversario, il Fair Play. Cioè tutto il contrario di quello che in cinque anni di Presidenza non ha mai messo in pratica.
Nice try, direbbero gli americani: bel tentativo. Ma è troppo facile, Nicolas, uscire con stile, con questo beau geste troppo teatrale. Dopo aver governato per cinque anni nel disprezzo totale dei cittadini, dopo aver fomentato l’odio verso l’altro – verso ogni forma di altro – la paura, il razzismo, giocando col fuoco del sentimento di insicurezza, sfruttando a turno il livore paranazista degli Hortefeux, dei Guéant, dei Longuet e dei Devedjian, che hanno grufolato con la bava alla bocca nella porcilaia fascista del Fronte Nazionale, titillando i peggiori istinti dell’animo umano per le tue bieche speculazioni politiche.
Sei stato uno dei peggiori presidenti della Francia e la Francia ti ha mandato a casa. Maldigerito già cinque anni fa, eletto controvoglia per mancanza di avversari decenti, non sarai di certo rimpianto. Non dal barista sotto casa, almeno, che aveva scritto un grande «Ouff! Il est parti!!! (se n’è andato)» sulla lavagnetta fuori dal locale. E’ uscito con i gessetti in mano, quando ha visto che Franz voleva aggiungere qualcosa. Abbiamo chiacchierato un po’, era visibilmente sollevato. Ci parlava di cinque anni di tristezza, di clima allucinante di sospetto e sfiducia reciproca. E giù ad inveire contro Nicolas Le Petit, la sua arroganza, lo sfoggio spudorato della sua ricchezza, degli amici, del clan, dei favori ai parenti. «Sotto Chirac abbiamo vissuto comunque», aggiungeva, sottolineando come il sarkozismo – per fortuna durato solo (!) cinque anni – ha rappresentato una vera e propria frattura con tutto ciò che la Francia ha conosciuto nel suo recente passato.
Oggi il sarkozismo è finito e in Francia si torna a respirare. Da fuori può sembrare solo una semplice alternanza: da qui assomiglia di più a un pericolo scampato appena in tempo.
2 commenti:
mi rincuora sapere di non essere l'unica a non aver capito come funzionavano risultati e proiezioni.... anch'io pensavo: ma cosa festeggiano, se non si hanno ancora i risultati? ero in mezzo alla gente a Bastille, è stato li' che ho capito in pieno tutta la pesantezza di questi 5 anni per loro.
Un commento senza commenti: http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/05/08/news/amministrative_scoppia_il_caos_in_sicilia_la_regione_errore_nel_conteggio_dei_voti-34700383/?ref=fbpr
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