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7 gennaio 2010

Cose che si imparano viaggiando in aereo

1) Che io sappia, solo gli italiani si accalcano in un ammasso informe e ansioso davanti al gate d'imbarco, nonostante gli inviti a restare seduti finché non viene chiamato il proprio gruppo. Uno dice: "lo fanno per prendere il posto migliore". Ma ho visto le stesse scene, giuro, anche nel caso dei posti prenotati. Misteri della Fede.
2) Non ci sono più le hostess di una volta. Non che io ne abbia mai incontrate dal vivo, ma l'idea quasi trascendentale della hostess, protetta dalla pisanissima Santa Bona, non corrisponde più alla realtà. E' quello che pensi ogni volta che incroci lo sguardo di quel leone marino che va su e giù per il corridoio.
3) L'aereo è l'autobus del Terzo Millennio. E negli autobus, tutti i bambini, per essenza, fanno un casino inenarrabile. Mi astengo qui da considerazioni malthusiane: noto soltanto en passant che i bambini cinesi, nei luoghi pubblici, piangono molto ma molto meno degli altri bambini.
4) Come corollario del punto precedente, la cosa davvero indispensabile per viaggiare in aereo sono un paio di tappi per le orecchie o, ancora meglio, delle cuffie intrauricolari. Specie se avete scelto la compagnia superlowcost che vi bombarda di pubblicità fastidiosissime e insistenti per tutto il viaggio.
A questo punto vi sentite stanchi, nervosi e stressati. Aprite il dépliant del cibo servito in volo e arriva l'illuminazione: non avete più dubbi, vi fate un cappio.

Fatti un Cappio.
Cappio: il cappuccino che ti tira su.