26 settembre 2007

Il futuro è ancora da scrivere

Delicato ed essenziale, questo documentario di Julien Temple sulla vita di John Graham Mellor - al secolo Joe Strummer - fondatore e frontman di uno dei gruppi fondamentali del rock degli ultimi trent'anni. Sommaria (anche se lunga) la parte dedicata ai Clash, ma la sinossi è voluta: il regista ha preferito concentrarsi sugli inizi e soprattutto sulle difficoltà e la rinascita artistica post-clash del "Signore della Guerra del Punk".
Le interviste ai parenti e agli amici, riuniti attorno ad un campfire ricreato per l'occasione su una collina a nord di Londra, costituiscono la parte centrale della storia che Temple ha legato sapientemente con una miriade di reperti rari e bellissimi: fotografie, spezzoni di documentari, filmati amatoriali, disegni di Joe Strummer animati, fogli di taccuino...

Tra tutte le testimonianze, molto intense e belle e che non concedono quasi nulla all'agiografia, spicca quella di un grande Topper Headon, emozionato e sincero, che ripercorre i momenti peggiori del suo rapporto con Joe Strummer e la sua estromissione dai Clash: "Mi avevano sbattuto fuori dal gruppo perché mi drogavo: stavo in casa, buttato a terra insieme al cane sul tappeto, il morale a pezzi. Accendo la tv e vedo il video della canzone che avevo scritto io (Rock the Casbah) con un altro che suonava la batteria al posto mio: fu allora che cominciai a bucarmi". Interessanti gli interventi per telefono dell'ex-manager Bernie Rhodes (dente avvelenato e piuttosto farneticante), i racconti degli amici e degli altri elementi della sua prima band, i 101ers, che ripercorrono il suo periodo hippie. La parte più bella del film è senza dubbio l'ultima, che ripercorre la vita di Joe Strummer dopo il fallimento di Cut the Crap e lo scioglimento dei Clash. Scopriamo così, tra le altre cose, che l'ex-clash ha fatto di tutto perché Earthquake Weather risultasse un fallimento totale: era l'unico modo di liberarsi del contratto con la Epic; e seguiamo Strummer attraverso le sue brevi apparizioni al cinema, il rapporto con la famiglia, la voglia mai sopita di ritornare sulla scena; il percorso che lo porterà di nuovo in tour con i Mescaleros. Un aneddoto divertente di questo periodo: "Avevo davvero deciso di smettere di bere. Mi ero detto: stasera torno a casa e smetto una buona volta di bere. Appena arrivo a casa, squilla il telefono: erano i Pogues che mi chiedevano di andare a fare un tour insieme a loro!".
Un bell'omaggio, questo The future is unwritten di Temple; un tributo sincero e mai urlato ad un gigante della musica rock.

Due nei:
1) l'irritante contributo di Bono: "avevo 17 anni quando ho visto il primo concerto dei Clash... loro credevano davvero in quello che facevano: erano l'antitesi della rock star, ti facevano capire che fare del rock non è necessariamente avere una limousine e una piscina". Patetico (senza contare il fatto che c'è stato bisogno di una troupe inviata in Irlanda per raccogliere i suoi 45 secondi di testimonianza capitale);
2) il cinema dove l'ho visto (mk2 parnasse: sala minuscola; 15 -quindici- minuti pieni di bombardamento pubblicitario prima del film compresa la promozione dell'ultimo disco inutile e lagnoso dell'ultima chanteuse francese inutile e lagnosa; 6€70 di biglietto - ed era ridotto).
Ma a parte questi piccoli dettagli, due ore di pure bonheur punk...
101ers - Out of Time
Clash - White Man in Hammersmith Palais
Cash&Strummer - Redemption Songs

Nessun commento: