Nel dibattito seguito al film, un giovane prof di filosofia ha tentato di spiegarci come l'accostamento godardiano degli Stones che provano "Sympathy for the devil" al teatrino in cui si muovono, tra gli altri, le Black Panthers (l'uno + uno del titolo) sia da intendersi più come un raffronto che come una somma. In altre parole, secondo questa tesi Godard avrebbe contrapposto la violenza "spettacolare" degli Stones a quella "reale" delle Pantere Nere, la ribellione fittizia e di posa del gruppo rock costruito dal marketing alla ribellione reale e materiale dei Neri d'America.
Non mi dilungherò sulla dimostrazione e sulla validità di questa teoria (che mi è parsa comunque piuttosto convincente) ma noterò al volo 4 cose relativamente alla metà "stoniana" del film:
1) Brian Jones era già pronto per la spintarella in piscina: confinato tra i pannelli divisori dello studio di registrazione (Godard lo riprende molto spesso di spalle) a suonare una chitarra acustica di accompagnamento tanto inutile quanto inaudibile;
2) la svolta, nell'arrangiamento, arriva con l'idea geniale di sostituire con le percussioni una batteria imbarazzante (il mitico metronoman non era esattamente un jazzista) e con il pianoforte un organo pomposo e barocco: a quel punto parte davvero il sabba demoniaco (e il film fa percepire benissimo questo passaggio);
2) la svolta, nell'arrangiamento, arriva con l'idea geniale di sostituire con le percussioni una batteria imbarazzante (il mitico metronoman non era esattamente un jazzista) e con il pianoforte un organo pomposo e barocco: a quel punto parte davvero il sabba demoniaco (e il film fa percepire benissimo questo passaggio);
3) Quando il bassista ufficiale del gruppo viene messo a suonare le maracas e il giro di basso (uno dei più possenti della storia degli Stones) viene suonato dal chitarrista, vuol dire che costui è quello che conta davvero (insieme al tipetto che canta: i glimmer twins, appunto).
4) Nicky Hopkins non era solo un session-man, ma una costola degli Stones: impossibile pensare Exile on main street senza di lui.
4) Nicky Hopkins non era solo un session-man, ma una costola degli Stones: impossibile pensare Exile on main street senza di lui.
3 commenti:
Performance and image, that's what it's all about.
Allora, l'hai visto o no?
Caro anonimo, mi è toccato andare su Google per carpire la citazione... ma no, Two-Lane blacktop, purtroppo, non ci è riuscito di vederlo. Appena esco dal tunnel (correzione di bozze in francese e italiano, 350 pagine da fare per dopodomani - do you know what I mean - no money ma tanta gloria) scriverò qualcosa sul festival.
A presto...
Buono lavoro, Francesca!
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