29 maggio 2008

Biùtiful cauntri

L'altra sera, al cinema Arlequin, si è conclusa un'interessantissima rassegna dedicata all'Italietta e ai suoi malanni con la proiezione di questo doloroso documentario. Allo sfilare dei titoli di coda, una sala strazeppa di espatriati sconvolti e addolorati s'è gettata sul buffet: uno stomaco colpito da un pugno talmente forte ha certo bisogno d'esser seduta stante rimesso in ordine! Nel frattempo era cominciato il dibattito con gli autori... Ai pochi rimasti (per lo più francesi) hai voglia a spiegargli che è tutto vero, che Biùtiful cauntri non è un film, che chi racconta le proprie disgrazie e l'inverosimiglianza delle misure prese - ma soprattutto di quelle NON prese - non sono attori, bensì quel che resta degli abitanti (e delle loro famiglie, delle loro vite, del loro lavoro) di quella terra massacrata. Una terra un tempo rigogliosa e fertile, ora inesorabilmente distrutta. Ecco.
Fortunatamente il vero dibattito si è poi tenuto nella hall, tra un'ingorda babbiona e l'altra: non faccio in tempo a constatare come (deis gratia) non conosciamo nessuna di quelle facce che, voltandomi vittoriosa verso Arco con un meritato e sudatissimo bicchiere di orrido Montepulciano d'Abruzzo, me lo trovo a chiacchierare niente meno che col regista, Andrea D'Ambrosio. Sgomita sgomita, guadagnamo la forma di Parmigiano e all'allegra brigata s'aggiunge Peppe Ruggiero, coautore con D'Ambrosio ed Esmeralda Calabria. Tra una battuta ed una risata, è difficile scegliere tra incazzatura e rassegnazione (una disperata ma vitale rassegnazione di pasoliniana memoria)... Anche e soprattutto loro, gli autori, oscillano palesemente tra pessimismo cosmico e prurito alle mani. E anche a non voler guardare più in là del proprio naso, bastava un'occhiatina rapida alla fauna presente in sala, all'intellighenzia dell'italianità a Parigi... beh, che qualcuno m'aiuti a dire "AIUTO"!!!

[Il Viaggiatore nel Tempo] non vedeva, nella crescente ricchezza della civiltà, che un assurdo accumulare è inevitabilmente destinato, alla fine, a ricadere sui suoi creatori e a distruggerli. Se è così, non ci resta che vivere come se così non fosse.

(Herbert George Wells, La macchina del tempo, 1895)


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Vedi perché io non ci vado MAI all'Istituto?

Fanny Artemide_Diana

francesca ha detto...

Vedi perché fai benizzimo?!