16 maggio 2008

Il gigante Isoré

isore.jpg

C'era una volta, tanto tanto, ma tanto tempo fa, quando ancora la gente credeva ai miracoli e faceva centinaia di chilometri per adorare cadaveri imbalsamati dalle proprietà taumaturgiche, un gigante di nome Isoré, re di Coimbra, nel Portogallo. Questo gigante, alto come tre uomini, era un po' birichino ed aveva strane abitudini: gli piaceva stare nascosto nella foresta che arrivava fino alle porte di Parigi. E che faceva, il nostro Isoré, acquattato nella foresta alle porte di Parigi? Aspettava i pellegrini in partenza per Santiago de Compostela e zompava loro addosso, spaventandoli a morte (il birbone!). A volte li derubava (era un mondo difficile, anche per i Re alti come tre uomini), raramente li uccideva (ma solo quelli proprio antipatici antipatici...). Era forse un modo per dissuadere la gente ad intraprendere il periglioso cammino?
Com'è, come non è, il Re venne a conoscenza delle gesta del gigante e decise che non avrebbe tollerato più oltre codeste malefatte: convocati i suoi migliori cavalieri, li mandò ad uccidere Isoré. Ma il terribile gigante ebbe la meglio sui cavalieri del Re, e fu lui ad ucciderli tutti. il Re, disperato, mandò allora a cercare il Prode Guglielmo d'Orange, che si era ritirato in un eremo delle Cévennes, in meritato riposo dopo aver passato una vita a fare a pezzi innumerevoli infedeli saraceni di Franza e Spagna. Il Prode Guglielmo accetta il delicato incarico e, dopo una lunga e feroce battaglia, decapita il nostro Isoré: ma il gigante è troppo grosso e pesante per portarlo via: il popolo accorso per assistere allo scontro, decide di seppellirlo sul posto. Il luogo verra chiamato, la "via della Tomba di Isoré", che col tempo diventerà l'attuale Rue de la Tombe Issoire (XIV arrondissement).

La Mairie del XIV arrondissement, insieme alla scuola materna di Rue de la Tombe Issoire, ha programmato un progetto educativo su questa leggenda con gli allievi, i professori e una scultrice, Corinne Beoust. E che scultura decidono di piazzare sulla scuola, forse quella del Prode e in odor di santità Guglielmo d'Orange, che giustamente castigò il cattivo Isoré, così come aveva fatto con gli infedeli saraceni? Ma neanche per idea! Questi matti di Francesi decidono di onorare con una statua (anche se di cartapesta) proprio il gigante, il cattivo, il bandito che attaccava i santi pellegrini!
Urge immediatamente messa di riparazione in onore di Guglielmo d'Orange (per l'appello, scrivere alla Nunziatura apostolica di Parigi, 10, Rue du President Wilson, 75016).

3 commenti:

Stenelo ha detto...

"Questa bambola gigantesca, fatta di stracci, di bende (tutto il suo corpo è una corazza purulenta), diventa, fin nei suoi occhi fasciati, uno sguardo della putrefazione che condanna il mondo. Lui non parla, geme. In questo preciso istante, lui è il dolore senza fine del nostro cervello perforato: è per questo che gli lasciamo distruggere il mondo."

Jean Louis Schefer (a proposito di un fotogramma de "La mummia", Terence Fisher, 1959), "L’uomo comune del cinema" (traduzione di Michele Canosa), Quodlibet, Macerata 2006, pp. 24-25.

Scusa Bowman, ma come si fa a mettere le parole in corsivo nei commenti?

arcomanno ha detto...

Racchiudi la parola dentro questo tag (ma sostituisci le parentesi quadre/crochets con quelle angolari/chevrons):

[i]corsivo[/i]

con [b] [/b] otterrai il grassetto.

Ovviamente stiamo tutti e due alludendo a quella grande rockstar che fu (ed è) Francis Forgione of Pietrelcina (Illinois), aka Padreppie.
Ti consiglio a questo proposito l'ultimo articolo del Reverendo Romeo Dolorosa (sempre sia roccherroll) sulle conversioni in menopausa (tutto vero!).

http://siberiaonline.altervista.org/2008/05/13/emergenza-cristo/

Stenelo ha detto...

Non ho capito un beloved dick, ma domani mattina leggo il link e poi ti dico.
Alt