30 novembre 2009

I casi mortali si moltiplicarono e divenne evidente che si trattava di una vera epidemia

(dal Blog Vive le Feu! di Sebastien Fontenelle: http://www.politis.fr/Les-Cas-Mortels-Se-Multiplierent,8789.html)

No, amico, non scappare: non ti parlerò (affatto) dell'H1N1, ma di un altro virus: eccolo qui, ingradito un milione di volte:
Se ti chiami Raymond, René, Roger (o Brice), niente panico: sei probabilmente immune. Se invece hai un nome un po' sabbioso, tipo Ali, Hakim, Lamine, o Mohamed, non vorrei spaventarti, ma stai proprio in mezzo alla popolazione a rischio.

Giudica tu: il 17 giugno 2007, Lamine Dieng (25 anni) sale su un furgone della polizia.
Dopo un po', muore.

Altro caso: il 9 giugno 2009, Ali Ziri (69 anni) sale su un furgone della polizia.
Dopo un po', muore.

Altro caso: il 24 settembre 2009, Hakim Djelassi (31 anni) sale su un furgone della polizia.
Dopo un po', muore.

Altro caso: il 12 novembre 2009, Mohamed Boukrourou, 41 anni, sale su un furgone della polizia.
Dopo un po', muore.

Come avrai capito, questo virus, apparso all'indomani dell'elezione del nuovo capo dello Stato francese, contagia - fino ad ora - soltanto Neri e Arabi. (Un po' come se avesse ascoltato troppo qualche nostro pensatore mediatico). Ovviamente le autorità tendono a rassicurare, arrivando perfino a negare la sua pericolosità. Dopo ogni decesso, iniziano a spergiurare che la vittima era debole di cuore e cose del genere[1].

Ma nella vera vita, ci troviamo davanti ad un germe realmente patogeno: se ti chiami Mohamed, è ora di metterti a pregare che trovino rapidamente un vaccino, perché - statisticamente - hai molte più possibilità di venire infettato rispetto al tuo vicino alverniate DOC.
(Ma sii discreto, in ogni caso, quando preghi: ti ritrovi già un nome incredibilmente provocante, sarebbe spiacevole che ti denuncino anche come jihadista, ok?)

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[1] Nel caso di Mohamed Boukrourou, l'ultimo in ordine di tempo, le autorità hanno invocato dapprima «la combinazione di un'alterazione cardiovascolare e di uno stress acuto»: solo dopo l'autopsia si è scoperta una «compressione della cassa toracica» e soltanto in occasione della toilette mortuaria, i suoi parenti hanno notato che «aveva la guancia destra spaccata e abrasa, gli occhi tumefatti, l'arcata sopraccigliare destra infossata, un orecchio rovinato».

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