17 dicembre 2009

Jim Jarmusch The Limits of Control

Il gelataio haitiano di Ghost Dog (Isaach De Bankolé) viene incaricato di un'oscura missione nella sala d'attesa di un aeroporto francese. Vestito di un completo petrolio cangiante, il nostro eroe solitario e silenzioso incontra una serie di personaggi con i quali scambia scatole di fiammiferi camerunensi di marca "Le boxeur" che contengono misteriosi numeri in codice. I messaggi cifrati lo porteranno da Madrid a Siviglia, e fino in fondo all'Andalusia, in una specie di terra di nessuno dove terminerà il suo viaggio, con un ritorno in immagini sui luoghi finti-reali di molti veri-finti Western.
Tra mosse di Tai Chi e "due caffè in due tazze separate", seguendo poetiche corrispondenze tra i quadri del Museo Reina Sofia e la "realtà", il protagonista attraversa una Spagna atavica ma allo stesso tempo attualissima, dove scorrono grattacieli, automobili, treni ultramoderni, deserti intemporali sullo sfondo di enormi pale eoliche.
Colonna sonora perfetta, inquadrature costruttivistiche, pochi monologhi in diverse lingue (francese, arabo, giapponese, creolo), palesi omaggi cinefili (Hitchcock, Welles, Kaurismaki), contrasti tra ombre dense e luci vivissime: un Jarmusch d'annata, da prendere o lasciare.

2 commenti:

capo ha detto...

a me questo film è sembrato bellissimo, molto lento, e ho dormito per metà (ma le cose non sono in contrasto, secondo me - io c'ho 'sta teoria - è un film che ti consente di dormire per metà, è quasi FATTO per dormire mezzo film, altrimenti rischieresti di annoiarti e invece ti culla nel sonno e quando ti svegli sei sempre felice). Comunque mi ricordo che quando l'ho visto ho pensato che fosse una splendida riflessione sulla rappresentazione - ma non ricordo perché. soprattutto quando poi sono tornato in italia e sono andato da quelli del dams che bazzico dicendogli che avevo visto un film bellissimo di jarmusch che in italia non se ne sapeva niente mi hanno scacato dicendomi che siccome non era andato a nessun festival doveva essere una cosa minore e necessariamente scarsa.

insomma, che vita difficile la mia.

arco ha detto...

Ha proprio ragione lei (cit.)