12 marzo 2012

Siamo mangiatari

Ed eccoci di ritorno da un altro lungo weekend familiare durante il quale abbiamo mangiato come non mai. Sarà l'età, sarà l'abitudine alle porzioni francesi («le francesi non ingrassano»), ma è sempre più difficile mantenere i ritmi pranzo/cena ai quali si era abituati anni addietro.

Allora basterebbe mangiare di meno, direte voi, declinare gentilmente l'invito al pasto preparato con tanto amore. Il punto è che non si può. E non soltanto per il rapporto che lega chi prepara il cibo e il commensale, ma perché proprio non si può dire di no davanti ad un'insalatina di baccalà con pomodori e cipolline, uno spezzatino di agnello con rape saltate, due pomodorini secchi, due melanzane sott'olio, una fettina di caciocavallo, un bigné alla crema, due amaretti di sassello, un cuneese al rum, un carpaccio di manzo di pozza della garfagnana, due salsiccine di cinta senese alla griglia con verdurine di stagione, una focaccia con cecina, un carpaccio di tonno all'arancia, pinoli e uvetta, un carpaccio di pesce spada al limone e pomodorini secchi, un carpaccio di baccalà ai capperi e prezzemolo, due tartine al burro con le uova di lompo, due spaghetti al ragù di cozze e vongole, qualche trancio di calamaro ripieno e piselli, una fetta di torta mimosa, un'altra focaccia con cecina, due pomodorini secchi, due melanzane sott'olio (gli esperti avranno subito riconosciuto le due cene di magro), un po' di gamberoni gratinati al forno, due polpettine di baccalà, un trancio di baccalà al pomodoro, un piattino di insalatina (per rinfrescare), e poi ancora un pezzo di caciocavallo, due o tre bigné, due fette di arrosto di maiale, un po' di trevisano al forno, un amaretto di sassello, altri due bigné, un cuneese al rum, il tutto annaffiato da svariate bottiglie di vino bianco e rosso, liquore d'arancia fatto in casa, caffé.

La verità è che siamo «mangiatari», come afferma l'esimio Peppe Cavallari nel terzo episodio del suo Popone agostano: «Le nostre mangiate, somigliano a prove cardiologiche sotto sforzo: da un momento all'altro ti può capitare 'u capustoticu, il malore improvviso, subitaneo, il fulmine a ciel sereno. Ma senza esitare si rischia, si rischia comunque la prova mortale, la prova finale. Insomma: si mangia».

10 commenti:

formichina ha detto...

alla focaccia con cecina m'è quasi scesa una lacrimuccia...

Anonimo ha detto...

Mangiataro dici, si, ma alla fine...
cchittimangiasti

Auramaga ha detto...

oddioooo!! sbavo.

TFM ha detto...

'U capustoticu. Entra subito nel mio vocabolario.

arco ha detto...

@formichina: pensa che nelle 2 cene "di magro" sono state confrontate una cecina pisana (Il Montino, 1.50€ l'etto) e una lucchese (Da Felice, 1.20€). Il Montino ha riscosso l'unanime favore, grazie anche al suo abbondante quantitativo d'olio.

@Anonimo: ma infatti. "Due o tre cose giusto per stare insieme".

@Auramaga: ci vuole presto un nuovo pranzo!

@TFM: è parola bellissima, pregna di significato. Quasi intraducibile.

Auramaga ha detto...

Alla grande! Io mi sto per lanciare sul cosciotto d'agnello cotto 7 ore.
Alle prugne.

silvia.moglie ha detto...

avrei voluto essere almeno una portata, per stare in compagnia...

Anonimo ha detto...

come le francesi non ingrassano ,ma se hanno certi culi !! entrate in una palestra x credere!!!

Anonimo ha detto...

incredibilmente l'esimio peppe cavallari adesso abita a parigi ! allora...vediamoci no?
(come cazzo hai fatto a trovare quel video ?!)

arco ha detto...

In fondo in fondo nella colonna di destra c'è una mail. Chi lo sa? Potremmo vederci davanti a un piatto di filej filanti.

(il clan dei calabresi arriva ovunque...)