Una delle cose
affascinanti di Parigi è la presenza di luoghi dove, inspiegabilmente, il
flusso spaziotemporale smette di funzionare, il vortex si incastra: sono portali — purtroppo sempre più rari — verso altre
dimensioni, che si aprono quando meno te l’aspetti, tra una
boulangerie e un PMU.
L’onigiri-ya di Madame
Sugako è uno di questi. Passeggiando per il mercato coperto di Batignolles, un
mercato coperto identico a tanti altri mercati coperti parigini, all’improvviso vieni catapultato nella periferia di Tokyo, in cucina di Madame Sugako: due
piastre, una friggitrice, un bollitore per l’acqua, un cuoci riso a vapore, padelle e casseruole. L'arredamento è completato da due piccoli tavoli e due sgabelli per poter mangiare al bancone facendo due
chiacchiere con la padrona di casa.
Dieci anni fa, Madame Sugako
lascia il natìo borgo selvaggio e la professione di insegnante di piano per venire a
Parigi e fare quello che ha sempre amato: cucinare. «Il piano è molto bello,
dice, mi piace molto. Ma l’esercizio continuo è stressante: io mi rilasso
soltanto in cucina». Questa simpatica giapponese è due volte figlia d’arte, poiché la mamma,
insegnante di canto, le ha trasmesso la passione per la musica ma anche quella per i fornelli.
Originaria del nord del Giappone, Nonna Sugako ha imparato a cucinare dai libri
di ricette (chissà a cosa assomigliano gli Artusi e i Cucchiai d’argento del Sol
Levante): la cucina della figlia non ha dunque un vero e proprio carattere regionale ma
ha incontestabilmente il tocco della cucina familiare. «Ed è molto sana»,
ripete spesso, mentre con abile maestria tutta nipponica forma
nelle mani gli onigiri, questi arancini piramidali di riso ripieni di pesce, miso, lardo o verdure, legati insieme con una foglia croccante
di alga nori.
Siamo arrivati verso l'una e il sushi era già finito. Scegliamo dunque un bento (8.50 €) composto da due onigiri (salmone e miso), due tempura di Kabocha, una ciotolina con dentro un buonissimo stufato di melanzane, tofu fritto e polpette di carne di maiale, un contorno di crisantemi aromatizzati al bonito.
Siamo arrivati verso l'una e il sushi era già finito. Scegliamo dunque un bento (8.50 €) composto da due onigiri (salmone e miso), due tempura di Kabocha, una ciotolina con dentro un buonissimo stufato di melanzane, tofu fritto e polpette di carne di maiale, un contorno di crisantemi aromatizzati al bonito.
Il tè verde,
offerto à volonté, non ha per fortuna il caratteristico gusto di bava di lumaca. Il segreto, ci
spiega Madame Sugako, è nella temperatura dell’acqua (non più di 80°) e nel
tempo di infusione (non più di due-tre minuti). Nonna Sugako addirittura prolunga
l’infusione a 10 minuti e abbassa la temperatura a 60°: così viene fuori un tè
più profumato, quasi dolce. Finito il bento, un po’
per curiosità, un po’ per la modestia delle porzioni (che il mio collega dall’appetito
pantagruelico ha considerato come un antipasto), abbiamo deciso di aggiungere due
bocconcini di sgombro appena fritto con composta di cavolo cinese (2 €): una vera
delizia.
Ho provato a farmi dare
la ricetta di questa composta delicatissima ma la cuoca è rimasta sul vago. Prima
ha affermato, modesta, di aver «solo fatto cuocere tanto tempo il cavolo», poi ha ammesso
di averci messo dentro «un po’ di questo, un po’ di quello». Spezie, aromi, salsa
di soia, salsa di ostriche e altre cose: «un po’ di questo, un po’ di quello». A fine pasto, Madame
Sugako mette in un piattino un po’ di noccioline caramellate a mo’ di dessert e mentre salutiamo ci dice: «Ah, l’italiano è una lingua bellissima, la lingua
più musicale del mondo! Mia madre la conosceva bene, lei cantava le canzoni in
italiano». E come si dice quando si saluta? «Buongiorno» e «arrivederci».
Tornando a casa, attraversiamo
un altro varco spaziotemporale, questa volta di proposito, aprendo la porta del
nostro TARDIS davanti alla ben nota «Pastelaria Belem». Entriamo e lasciamo ancora una
volta Parigi: gente che parla in portoghese, azulejos, profumo di pasteis.
Un caffè
«Delta» (onesto) e un pastel de nata per finire questo brunch domenicale: allons-y!
9 commenti:
Grazie per avermi fatto scoprire questo piccolo pezzetto di Tokyo a Parigi! E W i Pasteis!!!
Ma grazie a te per aver condiviso insieme a noi questi "viaggi" parigini: le bonheur, ça se partage.
l'Onigiri-ya non lo conoscevo, grazie!!!
La Pastelaria Belem è la mia droga.
Meno male nel Tardis c'è tanto spazio: allons-y Alonzo!
Bien sûr: it's bigger on the inside! (anche tu fan del Dottore, vedo...)
Onigiri, pasteis, e THE Doctor (quello vero, quello di Allons-y, non di Geronimo...): questi commenti m'aprono il cuore (e lo stomaco!!!). :)
lo stufatino di melanzane me lo avevi nascosto pero`(saggiamente, direi)
AZ
@ Arco @ Francesca: rispondo in ritardo per motivi tecnici, ma ci tenevo a chiarire che of course, quello VERO, non quello di Geronimo! :-D
E prepariamoci al peggio, avete visto la nuova "companion"?
ahhhhh.... spoiler!
Perdono!!! Sono ormai parecchi mesi che foto e video di presentazione circolano ovunque, pensavo che ne foste al corrente...
Perdonoperdonoperdono non lo faccio più :-)
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