5 dicembre 2012

Col naso negli smartphones altrui

L’elevato numero di persone presenti nelle carrozze della metropolitana durante l’ora di punta mi costringe spesso a buttare un occhio agli smartphones della gente. Sì, sono una persona molto curiosa, ma vi giuro che alcune volte non si può proprio fare a meno di spiare in questi aggeggi sempre presenti, sempre accesi, sempre più grandi e luminosi. L’altra sera, per esempio, durante la rentrée quotidiana (che inizia verso le 17.30 e dura fino alle 19 inoltrate) stavo pressato in piedi e sovrastavo una tizia con l’iPhone in bella vista. Ascoltava un pezzo di Gotye mentre chattava con qualcuno su Facebook. Poi ha aperto adopteunmec.com, un sito di incontri on-line nel quale sono le donne a scegliere e gli uomini vengono presentati su uno scaffale del supermercato, con tanto di offerte speciali, saldi, scheda prodotto, metti nel carrello e via mercificando. Un mec di nome Ferris (!) le ha inviato uno charme (una sorta di «poke che affascina», che è tutto quello a cui si può limitare l’uomo-merce sullo scaffale). Lei risponde a Ferris, evidentemente colpita dal suo charme. Per leggere la risposta avrei dovuto avvicinarmi troppo, dunque ho lasciato perdere. 

L’afflusso di gente alla stazione successiva mi spinge così indietro che finisco praticamente in braccio a un signore anziano ma vestito da giovane: jeans, scarpe similskate, magliettina colorata, borsa eastpak. L’anziano signore, che a un esame più approfondito mi ricorda in maniera inquietante Roberto Formigoni, tira fuori il suo smartphone, una roba con uno schermo enorme, e inizia a scaricare la posta da gmail. Un messaggio contiene svariate foto in allegato che il signore comincia – lentamente – a scaricare e poi apre. Nella prima, una ragazza bruna vestita in jeans e lacoste rossa sorride seduta su un muretto. Lo sfondo sembra brullo, la luce è intensa; il rapporto tra cemento, tegole e asfalto insieme ai tratti vagamente mediterranei della ragazza mi fa dire: «Beirut», ma ovviamente potrebbe essere un luogo qualsiasi tra Battipaglia e Tripoli. E lì penso subito: che tenera, la nipotina le ha inviato le foto dal Paese Lontano. Il sosia più vecchio del Presidente della Regione Lombardia non ci vede bene, nonostante lo schermo esagerato, allora prova a zoomare ma ha grosse difficoltà con i gesti di pinch e spread, ovverosia l’avvicinamento o allontanamento contemporaneo di pollice e indice sullo schermo. Per zoomare parte da troppo lontano e arriva dunque troppo presto sui bordi dello schermo. 

La foto successiva mostra la stessa ragazza, questa volta in piedi davanti al muretto, che sorride ancora in direzione dell’obiettivo. Di nuovo, il nonnetto prova a zoomare con scarsi risultati. La foto seguente è scattata più da vicino, per sua fortuna, dunque la ragazza si vede meglio: è molto bella e sorride ancora, con una mano fra i capelli. Ma l’altra foto è di nuovo presa da lontano: stavolta la nipotina ha una camicia a righe azzurrine e sta in posa davanti all’obiettivo, leggermente piegata in avanti, con le mani sulle ginocchia. Il nonnino riprova inutilmente a zoomare e io, davanti a questa straziante attesa frustrata, sono davvero a un passo dall’accorrere in suo aiuto e spiegargli come si fa. Ma una vocina improvvisa mi dice: «fatti i cazzi tuoi». Nella foto numero 5, la nipotina è seduta su una grande poltrona in vimini e indossa la stessa camicia a righe azzurrine della foto precedente, ma stavolta i due ultimi bottoni sono aperti. Le gambe sono rannicchiate sulla poltrona; jeans, calze e scarpe sono sparite. Lei sorride ancora verso l’obiettivo. Il nonno dai capelli bianchi prova inutilmente, in maniera sempre più convulsa, a zoomare. Io distolgo lo sguardo imbarazzato. E’ la mia fermata: scendo dalla carrozza, ringraziando la mia vocina interiore.

4 commenti:

formichina ha detto...

un paio di fermate in più e magari scoprivi che il nonnetto in questione era davvero Formigoni e che la nipotina delle foto pure la nipotina di Mubarak...

(cmq si', spesso è inevitabile curiosare negli smartphones altrui)

Muscaria ha detto...

Sapevo di non essere sola! Non sbirciare qui a Parigi è praticamente impossibile (che poi non siamo noi che curiosiamo, sono loro che ci sbattono gli schermi del loro smartphone in faccia!)

Io invece sto studiando il fenomeno "indiano su RER con giornalino che è una via di mezzo fra un porno ed un cioè"!
Ne ho già beccati un bel po' in tutti questi anni, ma non ho ancora capito di cosa si tratti...
Tu ne sai qualcosa?

arco ha detto...

Beh, vedo che mi capite.

@formichina: le nipoti di mubarak le avevo già avvistate qui: http://haivolutovedereparigi.blogspot.fr/2011/02/negozi-di-nipoti-di-mubarak-parigi.html

@Muscaria: quale RER? Io frequento spesso la A, ma non li ho mai visti.

formichina ha detto...

si', mi ricordo!
quanto ai giornaletti degli Indianini, la notizia stupisce anche me... sull'RER A direzione Disney non ne ho mai visti...