9 luglio 2007

Hai voluto vedere Lisbona...

Esattamente una settimana fa ora locale uscivamo con Lotte dal Museo do Carmo e ci preparavamo all'ultima serata lusitana...

Sole, caldo, tramonti sul Tago, bicchieri di vinho branco a 50 centesimi in locations viscontiane, caracois e bacalhau. Pazienza se ora e sempre qui ci sono 15 gradi e piove da due mesi!

Lisbona è una città che ti rapisce e ti stanca: ti fa camminare chilometri e chilometri per le sue stradine, le sue scalinate ripidissime e la sua benedetta e infida calçada portuguesa che più scivolosa non si può. Tu giri e ti rigiri, naso all'insù, e perdi tutto: cognizione del tempo, orientamento e uso delle ginocchia (ma solo a lungo andare... e poi, dai!, si ripristina velocemente!).
E' un continuo sali e scendi (adesso si vede il fiume - ora non si vede più - ora si vede - ora no) e tu ti lasci trasportare... Così come ti lasci guidare dal sublime profumino che esce da certi ristorantini della Bica e ti accalappia le narici: pasteis de bacalhau a tutte le ore, sardine arrostite e tranci di tonno alla griglia che te li sogni la notte! Patate fritte tagliate a mano e frango à casa. Lulas e chocos. Se proprio proprio vuoi strafare prendi una bottiglia di vino buono a 5 euri e 50 e chiudi in bellezza con un caffè che, dopo un anno e mezzo a Parigi, ti sembra succo di paradiso.

Lisbona è LA vacanza. Quella che ti manca ancora prima d'aver messo piede sull'aereo del ritorno, quella che ti fa sentire vecchio perché torni con la sindrome da vacanza e ti ci vogliono due giorni per riprenderti. Quella che t'ha affascinato talmente tanto e che ha messo a dura prova il tuo bioritmo assopito al punto che quando rientri a casa, e due giorni dopo realizzi d'esser tornato, non hai più voglia di fare niente perché là fuori tutto è grigio e per strada non vedrai passare il trammino giallo n.28 zeppo di turisti... Quella che ti piglia un colpo quando ti portano il conto al ristorante thailandese perché, anche se è economico e in un quartiere popolare, il tuo cervello in automatico ti fa i conti in tasca e invia al tuo ventricolo sinistro l'allarme: "co 'sti soldi all'Alfama ce ne pagavo 6, di cene!!!!!!!!"...

Lisbona è quella città dove un megalomane di nome Gulbenkian, che prima s'è fatto un bel gruzzolo vendendo tappeti, decide di venire a esalare l'ultimo respiro e lascia in dono una meravigliosa collezione di opere d'arte che porta il suo nome. Non capita tutti i giorni di vedere una maschera funeraria egizia in condizioni così perfette da sembrare appena uscita dalla fabbrica!

E' quella città dove tutto parla del "famigerato terremoto del 1755" e dove la televisione non l'accendi neanche per sbaglio.

E' quella città dove, se invece per sbaglio hai l'aereo alle 10 e dunque devi assolutamente essere a fare colazione alla Casa Chineza, ai piedi dell'Elevador de Santa Justa, non più tardi delle 7 e mezza/8, non puoi portare all'Ale un plateau di pasteis de nata (i più buoni sono quelli di Belem!!! non ci credevo, ma è vero!) perché "Lisbona si sveglia alle 11", per citare uno dei più grandi scenografi della nuova generazione.

E' quella città che quando sei tornato a casa appiccichi al muro la piantina della metro come ricordino e ti senti adolescente.

E' quella città che fai 1200 foto in 5 giorni e poi impazzisci a cancellare le meno riuscite per fare spazio nella memory card.

Lisbona è quella città che ti diverti anche soltanto a vederla passare. E che poi ti fa partorire un blog gemello.

E se è buona per me, buona Lisbona a tutti!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Grandi ragazzi... Ci avetefatto un bel regalo... Il problema sará riuscire a scrivere qualcosa prima di partire!!!!
Un bacio

Gaia

arcomanno ha detto...

E allora vorrà dire che sarà un blog postumo... Dopo tre mesi, ne avrete di roba da raccontare...

Fatemi avere le vostre email che vi autorizzo tutti come redattori del blog.

A presto

Anonimo ha detto...

Mail di gaia:
magnani.gaia@hotmail.it

Grazie

Bellissimo il blog