Dell'impero delle tenebre è il miglior disco di rock italiano dai tempi (almeno) di Hai paura del buio. Calato pienamente nel post-rock contemporaneo, il disco vibra di belle assonanze con il meglio della musica italiana degli ultimi anni, e questa è forse la novità di rilievo, il colpo di genio: dimostrare che è possibile far convivere De André e i Jesus Lizard, Tenco e i June of 44, Carmelo Bene e i QOTSA, Fiumani e i Tortoise, che la via per un rock italiano e in italiano è ancora aperta. Questo è il pezzo da novanta che Il teatro degli Orrori mette sul piatto, vincendo tutta la posta.
Nel disco non c'è un pezzo mediocre: il suono è di una compattezza incredibile, la scaletta è senza tregua. La sezione ritmica, artefice di continui stop&go massacranti, mi ricorda il glorioso tandem De Palma/Maroccolo dei migliori Litfiba, con un basso che spara bordate distorte e compresse e una batteria che ti rulla continuamente di cartoni: roccherrollo fino al midollo.
La chitarra ricama arpeggi taglienti prima di esplodere in una valanga distorta, grassa, pesante. La voce, con piacevole e musicale inflessione veneta (così diversa - alleluia! - dalla onnipresente e fastidiosa gnegna milanese o pseudo-tale) recita i versi con stile teatrale, ma senza mai perdere il senso dell'(auto-)ironia.
E poi i testi: densi, poetici, musicali.
Lontani dall'autocontemplazione patetica del proprio psicombelico, il loro pessimismo "da combattimento" viene fuori da una condizione assolutamente storica, che più storica non si può e versi del genere, oggi, rimbombano come una campana in una chiesa vuota:
Abbiamo perso la memoria del Ventesimo Secolo...
... Comunque sia, abbiamo perso.
Tra i pezzi più belli, Compagna Teresa, uno struggente omaggio ad una staffetta partigiana (senza neanche l'ombra di una fisarmonica: incredibile, vero?) che sembra suonato da un supergruppo Fugazi/Nirvana/At The Drive-in, un'ottima colonna sonora per festeggiare il 25 aprile ricordando.
Noi cambieremo il mondo
lo faremo come
volevi tu
Da ascoltare senza moderazione, a volume altissimo.
E poi i testi: densi, poetici, musicali.
Lontani dall'autocontemplazione patetica del proprio psicombelico, il loro pessimismo "da combattimento" viene fuori da una condizione assolutamente storica, che più storica non si può e versi del genere, oggi, rimbombano come una campana in una chiesa vuota:
Abbiamo perso la memoria del Ventesimo Secolo...
... Comunque sia, abbiamo perso.
Tra i pezzi più belli, Compagna Teresa, uno struggente omaggio ad una staffetta partigiana (senza neanche l'ombra di una fisarmonica: incredibile, vero?) che sembra suonato da un supergruppo Fugazi/Nirvana/At The Drive-in, un'ottima colonna sonora per festeggiare il 25 aprile ricordando.
Noi cambieremo il mondo
lo faremo come
volevi tu
Da ascoltare senza moderazione, a volume altissimo.
1 commento:
Da ascoltare a volume altissimo e con gli occhi chiusi...
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