19 gennaio 2012

Hugo Cabret: l'omaggio di Scorsese a Georges Méliès

La tomba di George Méliès al Père Lachaise
Ha tanti difetti l'ultimo Scorsese: una Parigi molto cartolinata, tra Ratatouille e Amélie, i buoni sentimenti a profusione, il soggetto liso del classico film di natale, le scene tiralacrime, qualche effetto speciale troppo chiassoso.

Eppure l'omaggio a Georges Méliès (nel film un preciso Ben Kingsley) è davvero sentito, commosso e commovente, e alla fine produce una bella fiaba per bambini (e non solo), con una piacevole atmosfera steampunk e alcune sequenze memorabili, come quella che apre il film o quella del sogno che rievoca lo spettacolare incidente ferroviario della Gare Montparnasse. Molto bello, anche se un po' didascalico, il ripasso di storia del cinema nella Bibliothèque Sainte-Geneviève (spacciata per una fantomatica biblioteca di un'ancor più fantomatica Accademia del Cinema).

Ma la parte migliore del film – e quella più scorsesiana: che si tratti di (italo)americani, di blues o di cinema, alla fine c'è sempre la tentazione del ritorno alle radici – è indubbiamente la ricostruzione delle riprese sul set della Star Film, con i draghi meccanici, gli scheletri, i trucchi di montaggio: un'ode al cinema e alla meraviglia che produce. 

2 commenti:

Valerio Fiandra ha detto...

La tua ( la sua, caro/a HVVP ) è una ben più moderata e competente lettura. Condivido alcune perplessità , ma sono uscito dal cinema così felice e 'impizzato' ( triestino per 'illuminato', 'acceso' ) , che forse ho esagerato...

Grazie per le attenzioni , saluti

Vf

arco ha detto...

Grazie per la competenza attribuitami, ma è meno che amatoriale. La moderatezza mi viene automatica in quest'epoca nella quale si grida al capolavoro ogni due giorni: è giusto quello. Per il resto condivido invece totalmente l'emozione. Non l'ho scritto nel post, ma la lacrimuccia è scesa più di una volta (sarà anche la vecchiaia, mah!).

Ciao (il tu va benissimo).